Crisi dell’acqua, sferzate alla Sasi 

FdI e Nuova Lanciano: «Ci vuole un manager nella gestione della risorsa idrica»

LANCIANO. «Forse è il momento di cominciare a fare delle riflessioni sul management Sasi e sulla gestione di un bene come l’acqua che di fatto paghiamo senza averne beneficio. Si potrebbe inserire la figura, prevista dalla legge, di un amministratore unico che abbia indubbie capacità tecniche e manageriali, figura scevra da lottizzazioni politiche e proiettata solo al risultato». Sono i gruppi consiliari di Fratelli f’Italia e Nuova Lanciano ad intervenire sulla crisi idrica e le presunte responsabilità della Sasi nella gestione del servizio, in un’estate che sta mettendo in ginocchio il territorio e i cittadini con chiusure e razionamenti, ponendo l’accento su delle proposte, come ad esempio quella di passare la gestione a “figure tecniche lontane dalla politica che portino avanti progetti concreti, come il rifacimento delle reti senza dover pregare pioggia e neve per avere un po' di acqua”.
«A leggere i comunicati della Sasi c’è da piangere purtroppo e se il servizio viene gestito come la programmazione delle chiusure è evidente che i cittadini della provincia di Chieti non hanno speranze», commentano i consiglieri Fdi Gabriele Di Bucchianico (capogruppo), Gianluca D’Intino, Gemma Sciarretta (presidente del consiglio comunale) e l’assessore Paolo Bomba e Donato Torosantucci di Nuova Lanciano, riferendosi alla dispersione idrica altissima nella provincia. «Nelle reti idriche dell’Abruzzo la quantità d’acqua che si perde è estremamente elevata e tra i quattro capoluoghi di provincia, Chieti registra il peggior tasso di dispersione: il 71,1% dell’acqua non arriva a destinazione; praticamente 7 litri su 10 vanno persi. I dati resi noti dall’Istat confermano una realtà conosciuta da circa vent’anni, risultato di anni di mancati interventi per ammodernare le infrastrutture idriche ma che cerca disperatamente una soluzione. I cittadini sono esausti e stanchi di doversi sacrificare per le inefficienze di un ente pubblico che stenta a dimostrare la propria produttività e la propria utilità». Che fare? Per i due gruppi sarebbe il caso di aprire «riflessioni sul management Sasi, con il presidente al suo terzo mandato e sulla gestione dell’acqua magari da affidare a un amministratore unico» e chiedono «immediate soluzioni rispetto alla dispersione idrica e la valutazione di progettualità alternative». (t.d.r.)