Cucullo si appella a Sgarbi

Condannato dal giudice chiede aiuto al critico d’arte.

CHIETI. Condannato dal giudice civile a risarcire circa 300mila euro per i danni inferti alla passeggiata panoramica di Chieti, si appella al critico d’arte più famoso d’Italia per cercare riscatto. E’ l’ultima iniziativa di Nicola Cucullo, l’ex sindaco della Fiamma tenuto per undici anni in sella da quel centrodestra che oggi si ripropone alla guida amministrativa della città.
Cucullo rompe un lungo silenzio con una lettera inviata a Vittorio Sgarbi che, a quanto pare, avrebbe dato la propria disponibilità a salire sul colle «per valutare cose e situazioni». L’ex sindaco è stato condannato in primo grado a risarcire la ditta Cogepri di Paolo Primavera, l’attuale presidente dell’Ance che sei anni fa fu costretto a rivolgersi al giudice per ottenere il pagamento dei lavori realizzati, senza perizia di variante e senza l’approvazione degli organi amministrativi, sulla strada che fronteggia l’ingresso dell’anfiteatro, alla Civitella.

«Carissimo onorevole Vittorio Sgarbi», scrive l’ex sindaco, «torno a chiedere un suo nuovo autorevole intervento nella mia città. Sono stato condannato a pagare i lavori eseguiti dalla ditta che ha realizzato l’ampliamento del marciapiede belvedere. Ora la parte giudiziaria amministrativa della questione la lascio ai periti e agli avvocati, ai quali mi sono rivolto per oppormi a una sentenza che ritengo ingiusta e vessatoria nei miei confronti e che mi amareggia soprattutto perché si vuole impedire la mia candidatura alla prossime elezioni comunali. Infatti, con un contenzioso aperto non potrò chiedere voti alla mia gente, per continuare a rappresentarla e a difenderla in qualsiasi ruolo, visto che oggi ritengo che sia ancora più che necessario farlo».

Cucullo chiede a Sgarbi di tornare a a Chieti, come già avvenne nel 1996 quando il critico d’arte accettò l’invito del sindaco di venire in città per la sistemazione di due statue di pietra collocate in piazza San Giustino, all’ingresso della cripta della cattedrale. «La invito a tornare», prosegue Cucullo con toni accorati, «per vedere quanto ho realizzato in via Pianell e dirmi se, nei confronti della città che ho amministrato per oltre undici anni, ho davvero compiuto una violenza, anzi un delitto, oppure se il mio intervento, da sindaco che ama la sua città, ha migliorato le cose dando la concreta possibilità di godere di uno dei più bei panorami d’Italia.

Da quella zona ci si può affacciare sulla vallata del Pescara e vedere le più belle vette dell’Appennino, la Maiella e il Gran Sasso, oltre alle gole di Popoli e alla miriade di paesi che si stendono sulla collina. Le chiedo un giudizio estetico ed etico che serva a farmi capire se ho sbagliato oppure se ho agito per il bene della città, come penso di aver fatto».