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D’Annunzio al penultimo posto tra i "grandi" atenei italiani

Graduatoria del Censis: tra le “grandi” l’università teatino-pescarese precede solo Caserta e si posiziona dopo L’Aquila

CHIETI. Inserita tra le grandi università, quelle che hanno un numero di iscritti da 20 a 40mila, la Gabriele d’Annunzio di Chieti e Pescara si posizione al penultimo posto, prima di Caserta e dopo L’Aquila. É la classifica annua che fa il Censis sugli atenei statali e pubblicata su la Repubblica. La media dei punti, calcolata su una serie di parametri, è di 70,2 contro i 96 della prima che è Perugia.

I parametri indicatori sono: i servizi, alloggi e mense, dove l’ateneo dannunziano ottiene 72 punti. In effetti di mensa ce n’è una sola, anche se sembra di buona qualità ampia e spaziosa. Esiste un solo studentato quello del Villaggio Mediterraneo, mentre quello realizzato dall’Ater in via Arenazze è completato, anche se non apre per varie autorizzazioni sospese della Regione. 82 sono i punti assegnati dalle borse di studio, forme di sostegno agli studenti che vede l’università di Teramo, che tra le università “piccole” è quarta, con 83 punti. Per quanto riguarda le strutture l’ateneo chietino pescarese ha 72 punti, 82 sono quelli assegnati al web e ai social, (la prima ne ha 110), un settore che è stato esaminato attraverso 86 indicatori, per esempio in quanto tempo lo studente ha una risposta dall’università a una mail. Debole è il punteggio sulla internazionalizzazione, solo 71 punti; questo parametro indica quanti studenti hanno frequentato stage all’estero e cosa fa l’ateneo per incoraggiare la mobilità internazionale.

«Queste classifiche lasciano il tempo che trovano», commenta a caldo il rettore Carmine Di Ilio, «finché i parametri di riferimento dipendono dall’università ha un senso, e possono essere utili e da stimolo per migliorare alcuni settori ma quando gli indicatori sono da imputare ad altri enti come le borse di studio, non vedo cosa possa fare una università». «Quello che conta», riprende Di Ilio, «è che noi in due anni abbiamo avuto come fondo di trasferimento di risorse dallo Stato ben 10 milioni di euro, assegnazione che viene fatta su base premiale».

Questa graduatoria che esce ogni anno, cade proprio a qualche giorno, il 28 luglio, dalla decisione del Cda della d’Annunzio chiamato a rinnovare il contratto al direttore generale Filippo Del Vecchio per tre anni. Un appuntamento che trova una fronda del consiglio di amministrazione che invece lo vorrebbe rinnovato solo per due, ovvero alla scadenza naturale del mandato del rettore Di Ilio. Alcuni infatti ritengono che il nuovo rettore non debba ritrovarsi, sia pure per un solo anno, con un direttore generale deciso dal suo predecessore.