"Da Zavattaro accuse e minacce"

Case di riposo, Cisas e Ugl attaccano le scelte del direttore generale Asl

CHIETI. «Accuse strumentali e minacce». Così, il sindacato Cisas, definisce le dichiarazioni del manager della Asl, Francesco Zavattaro, sugli Istituti riuniti di assistenza San Giovanni Battista di Chieti. «Fa specie» affermano i coordinatori provinciale e aziendale, Nardone e Colantoni «che il direttore Zavattaro intervenga in un campo di cui sembra non conoscere assolutamente le problematiche, perché si permette di parlare di tutela dei diritti degli utenti e di assistenza dignitosa. Proprio lui, che sembra non accorgersi come nei sui ospedali, assistenza dignitosa e tutela dei diritti, sono calpestati ogni giorno». E' durissima la presa di posizione del sindacato che, con l'Ugl, interviene sulle difficoltà che, da mesi, riguardano la Casa di riposo con multe salate comminate per la messa a norma.

«Cosa fa Zavattaro?» si chiede la Cisas, «se ne sta nel suo quartier generale avvertendo i commessi che non vuole sentire volare una mosca. Zavattaro deve guardare prima le sue strutture quanto a messa a norma e, magari, poi le altre. Che dire dell'ex ospedale pediatrico che ospita il dipartimento prevenzione e protezione della Asl? Si fanno la multa da soli? Che dire delle altre case di riposo private che erogano gli stessi servizi degli Istituti riuniti, hanno problematiche simili ma vengono regolarmente pagate dalla Asl? Dove sono i verbali di ispezione?».

La legge regionale numero 32 del 2007 prevede che i centri provvisoriamente accreditati, nel caso non abbiamo tutti i requisiti strutturali e tecnologici, possono presentare un piano di adeguamento. «Programma che gli Istituti riuniti hanno presentato», prosegue la Cisas, «per cui non si capisce questo accanimento sulla messa a norma, che peraltro parzialmente è stata realizzata».

Il sindacato si domanda a chi giovi questo accanimento. «Si ha l'impressione» afferma ancora la Cisas, «che ci siano ben altri interessi: circa 200 ospiti sono una risorsa per i centri privati, da non sottovalutare».

Sulla stessa scia l'Ugl che, dopo le vicende di Villa Pini, con i cosiddetti organi di vigilanza che si sono ben guardati dall'intervenire, per anni e anni, teme oggi per la sopravvivenza degli Istituti riuniti. «Ciò che non è accettabile» afferma il segretario provinciale, Leonardo De Gregorio, «è l'insistenza della dirigenza Asl nel pretendere, si direbbe anche giustamente, una dislocazione diversa dei locali dell'Istituto. Conosciamo benissimo gli intrecci che si sono avuti nel recente passato tra sanità pubblica e privata e non vorremmo che si ripercorresse la stessa strada sacrificando una struttura che offre servizi quanto meno accettabili».

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