De Rapage, bizzarrie del rock demenziale

Cinque ragazzi «terribili» che puntano sull'ironia dei testi ispirati a Skiantos e Squallor

CHIETI. Non l'avranno inventato loro, ma il rock demenziale dei teatini De Rapage è a dir poco travolgente. O come amano definirlo, «è musica emozionante suonata male, che gira attorno a grandi verità nascoste dietro forti parolacce». Insomma, un gruppo surrogato di tante diverse passioni e il cui più grande sogno nel cassetto è suonare in una macelleria. Anche se il progetto dei prossimi dieci anni non è da meno, ovvero un disco per un tour nelle più note case di riposo della provincia. 

Dunque, a comporre la più bizzarra rock band teatina sono Francesco Ficurilli (voce), che dichiara di essere caduto per errore sulla terra dopo un agganciamento con il disco di Goldrake, Federico Cicalini (batteria), che invece racconta di essere nato direttamente dal guano di Godzilla, Lorenzo Antonelli detto Fotone (basso), reclutato, pare, dai De Rapage mentre firmava autografi fingendosi Christian De Sica, Marco Zappacosta (chitarra), in passato membro di gruppi come i Nirwana, Johnny Division e Tom & Jerry Hendrix, e infine Maurizio Schillaci (chitarra), «entrato nei De Rapage totalmente ubriaco», come lui stesso giustifica in una nota. 

All'attivo, inoltre, i cinque "ragazzacci" teatini hanno due dischi completamente autoprodotti, come del resto anche i concerti, di cui il primo si intitola «Mannaggia al pudore» (2002), un progetto nato sulle ceneri di un precedente gruppo sempre votato al demential rock e che si chiamava Pastori sardi in licenza, mentre il secondo album, «Uno qualunque» (2004), è diventato poi la causa di una lunga pausa troppo creativa durata fino al 2009.  «Suoniamo perché ci fa bene allo spirito», spiega il batterista Federico Cicalini, «e dopo il 2004 abbiamo avuto un blocco perché non sentivamo più questo suo potere.

L'anno scorso senza troppi fronzoli abbiamo finalmente deciso di tornare a suonare»". Ora è in fase conclusiva la registrazione del prossimo disco, in uscita a settembre, che si intitolerà, forse, «Vergine da poco».  Disco che, come i precedenti, cureranno completamente da soli, in maniera indipendente, dalla registrazione al packaging grafico.  «Non suoniamo molte volte dal vivo perché è difficile portare nei locali la nostra musica», aggiunge il cantante Francesco Ficurilli, «e allora per farci pubblicità durante i concerti regaliamo sempre molte copie dei nostri dischi, anche perché in generale ormai la nuova frontiera è il live, mentre l'album non l'acquista più nessuno. Inoltre, spesso ci capita di suonare in session private.

Basta contattarci e, se ci interessa, noi arriviamo».  «Amiamo scrivere canzoni dedicate, sarcasticamente, ai proprietari dei locali che ci ospitano», continua Ficurilli,«e una delle più belle è quella dedicata al Fictio di Chieti in cui abbiamo suonato diverse volte. Tuttavia, resterà sempre nel nostro cuore il primo concerto a Torrevecchia, in una cantina, con spettatori quasi tutti over 60 che ascoltavano increduli la nostra musica». E c'è da crederci se si considerano alcune delle principali influenze, soprattutto gli italiani Skiantos o gli Squallor. Per lasciarsi trascinare dal vortice sonoro dei De Rapage sono a disposizione i profili pubblici su Facebook, MySpace e YouTube, dove tra l'altro è possibile trovare molto materiale live tra prove e riprese durante i concerti.

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