Delitto Di Tullio, non ci sarà alcun perdono

4 Dicembre 2012

I fratelli dell’uomo vittima di un cacciatore si costituiscono parte civile e contestano l’ipotesi colposa

CASALBORDINO. La posizione di F.T., 60 anni, l'uomo accusato di avere ucciso accidentalmente Gabriele Di Tullio scambiandolo per un cinghiale, si complica.

Le figlie della vittima, rappresentate dall'avvocato Pompeo Del Re, non hanno alcuna intenzione di perdonare l'indagato. Al contrario, contestano l'ipotesi di omicidio colposo. Ma anche Giuseppe Di Tullio, fratello della vittima, ha deciso di costituirsi parte civile in attesa che venga fissata la data del processo. A confermalo è l’avvocato Angela Pennetta.

Gabriele Di Tullio fu ucciso la notte del 31 luglio mentre raccoglieva pannocchie di granturco nella campagna del fratello Alfonso. Quest'ultimo era solito lavorare fino alle 2 di notte. «Se al posto di Gabriele ci fosse stato Alfonso, F.T. avrebbe potuto colpirlo», ha più volte ribadito l'avvocato Del Re. La battaglia legale si preannuncia senza esclusione di colpi. Gli accertamenti medici hanno stabilito che Gabriele Di Tullio è morto per dissanguamento. Resta da chiarire se poteva essere soccorso e salvato. Il difensore di F.T., l'avvocato Giovanni Cerella insiste sull'errore dell'indagato e sembra intenzionato a chiedere il giudizio con il rito abbreviato. Il magistrato inquirente è in attesa degli esiti delle consulenze tecniche e non si è ancora pronunciato sulle modalità del rito processuale.(p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA