Di Primio accende il centrodestra e si prepara alla sfida

Il candidato del Pdl pronto ai nastri di partenza Folla al raduno con Febbo, Piccone e Di Stefano.

CHIETI. «Oggi corono un sogno, quello di poter correre per la carica di sindaco nella mia città». Umberto Di Primio si presenta raggiante nella sala gremita del Grande Albergo Abruzzo che lo accoglie tra uno scroscio di applausi e grande calore. Abito blu d’ordinanza e pelata alla Yul Brynner che evoca ricordi nostalgici nel vicepresidente del Senato, Domenico Nania, ospite d’onore alla conferenza convocata dallo stato maggiore del Pdl, Di Primio cerca di contenere gli entusiasmi davanti alla platea che lo acclama e lo vede già come primo cittadino di Chieti. «Abbiamo tanta gente con noi e dobbiamo fare di tutto perché i nostri sostenitori continuino a crescere, ma sbaglieremmo se pensassimo di aver già vinto».

Raccomandazione che segna uno dei passaggi cruciali del suo intervento. Poco prima, il coordinatore provinciale del partito Mauro Febbo, nel ruolo di padrone di casa, aveva sciorinato i record di un’alleanza politica che fino a oggi ha marciato compatta. Febbo indica le tappe dei prossimi mesi: «Primo: restituire a Chieti la dignità di città capoluogo; secondo: risolvere le questioni aperte da cinque anni di centrosinistra. Dalla situazione finanziaria del Comune ai problemi urbanistici, con tutte le scelte fatte che noi non condividiamo». Non è ancora il programma amministrativo, ma un indizio affidabile su quali saranno i tasti più battuti di una campagna elettorale che, da ieri, è entrata nel vivo. Al raduno del Popolo della libertà presenziano i senatori Fabrizio Di Stefano e Filippo Piccone con il teramano Paolo Tancredi.

Nella sala si vedono volti vecchi e nuovi della politica teatina, tutti riuniti da una compagine che scorge una strada in discesa per la tornata di fine marzo. «Non sappiamo ancora chi sarà il candidato del centrosinistra», arringa Di Primio, «ma questo ha poca importanza. Abbiamo il dovere di lavorare sulle nostre idee concentrandoci su quel che ci sarà da fare, piuttosto che su quello che loro non hanno fatto», sottolinea alludendo agli amministratori in carica. «I prossimi cinque anni», avverte Di Stefano, «saranno importanti per far risalire la città da quel 103º posto in cui è sprofondata con la gestione del centrosinistra. Peggio è difficile fare, ma non sarà agevole raccogliere le macerie che andremo a ereditare».

Per il senatore Piccone, «Chieti non è più la città dove si vota sempre allo stesso modo. Cinque anni fa, gli elettori hanno guardato a sinistra. Oggi raccolgono i risultati di quella scelta». La costituzione di un Pdl forte è garanzia, a giudizio di Tancredi, per la rinascita di «una filiera istituzionale - governo, Regione, Provincia, Comune - che potrà aiutare la città a rinascere». Per il centrodestra, non sarebbe la prima «filiera» della storia istituzionale cittadina. L’ultima volta fallì. «Ma abbiamo appreso dai nostri errori», sottolinea Di Stefano, «e con Di Primio sapremo superare gli aspetti negativi che caratterizzarono l’amministrazione di Nicolino Cucullo».