Di Primio fa dietrofront su Di Paolo

Silura il vice sindaco, ma Buracchio lo costringe a tornare sui suoi passi

CHIETI. Umberto Di Primio offre su un piatto d'argento all'Udc la poltrona di vicesindaco ma il presidente provinciale del partito di Casini, Andrea Buracchio, rifiuta cordialmente e il sindaco e costretto a confermare l'incarico a Bruno Di Paolo. Il leader di Giustizia sociale ha perso ufficialmente la delega al personale e ai rapporti con i sindacati. Mantiene, invece, gli affari cimiteriali e blinda l'ambito ruolo di vicesindaco con la possibilità concreta, a questo punto, di strappare anche qualche altro incarico.

Spiazzato dal gran rifiuto dell'Udc, Di Primio è costretto a operare una clamorosa marcia indietro. Principale alleato del centrodestra a palazzo d'Achille e in Provincia, ma con diversi accordi elettorali già stretti con il centrosinistra in mezzo Abruzzo, l'Udc non sembra affatto intenzionata a legare troppo con il Pdl, privilegando così il ruolo di battitore libero della politica cittadina.

«Abbiamo declinato l'invito del sindaco, perché riteniamo che l'incarico di vicesindaco possa rimanere nelle mani di Di Paolo. Inoltre», spiega Buracchio, «non vogliamo gravare ulteriormente di impegni i nostri tre assessori». I vertici teatini dell'Udc hanno mostrato persino un certo imbarazzo nell'individuare il possibile assessore da promuovere a vicesindaco. O meglio, Di Primio avrebbe voluto al suo fianco l'assessore al commercio Antonio Viola, ma l'avvocato è in viaggio a Cuba, e l'Unione di centro, non se l'è sentita di fare un torto agli altri due assessori comunali, Marco Russo e Ivo D'Agostino.

Il risultato è che Di Primio è nuovamente sotto scacco. Il sindaco si è infatti ritrovato senza possibilità di scelta alternativa, con una leadership che sembra sfuggirli di mano all'interno di una coalizione sempre più litigiosa, costellata da inciuci e tanti problemi da risolvere. «Il cambio del vicesindaco», ammette Di Primio smentendo tutti i roboanti annunci dei giorni scorsi, «deve servire a rinsaldare la maggioranza. Altrimenti è inutile».

Insomma, meglio non toccare nulla o quasi in un centrodestra che vive di equilibri fragilissimi, con l'Udc che spesso e volentieri strizza l'occhio al Fli e all'opposizione di centrosinistra. Il sindaco si è preso qualche giorno per riflettere, prima di ufficializzare decisioni che, a questo punto, prefigurano un semplice valzer di deleghe in giunta. La tempesta politica annunciata ridi sciogliersi ancora una volta in un bicchiere d'acqua, oppure si è semplicemente deciso di aggirare i problemi senza risolverli.

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