Di Stefano candidato, caccia all’accordo 

Il centrodestra deve trovare la quadra sull’esponente della Lega, Vitale (braccio destro di Febbo): «No a rivalse personali»

CHIETI. L’ex senatore e deputato Fabrizio Di Stefano, spinto da Salvini in persona, è partito in vantaggio su tutti ma il sì del centrodestra unito al candidato della Lega non è ancora arrivato. Anzi, una dichiarazione di Emiliano Vitale, consigliere comunale e provinciale di Forza Italia, fedelissimo dell’assessore regionale Mauro Febbo, segna un rallentamento della trattativa: «Il candidato sindaco non dovrà scaturire né da un senso di rivalsa personale, né da uno status sociale», avverte, «Chieti non può ritrovarsi ostaggio di una logica da scacchiere politico in funzione delle prossime amministrative nei centri maggiori d’Abruzzo». Da 11 anni, Vitale collabora con Febbo alla Regione e ne è il braccio destro: ecco perché le sue parole hanno un peso specifico particolare. Il centrodestra, per ora, non è compatto su Di Stefano: è ancora caccia all’accordo.
Secondo Vitale, «ci saranno due possibilità: o un sindaco e 9 assessori politici, ma in questo caso sarà dura la strada per gestire e incentivare la crescita della città, oppure 9 “sindaci” operativi ed esperti non soltanto della macchina comunale ma anche capaci di andare a bussare alle porte giuste per ottenere finanziamenti extra, necessari a programmare lo straordinario, e per garantire l’ordinario che è già un’impresa complicata». Vitale lancia un appello ai candidati sindaci: annunciare gli assessori prima delle elezioni per dare modo agli elettori di scegliere. «Sarebbe un atto di coraggio e metodo di valutazione per gli elettori presentare prima la squadra dei delegati esecutivi evitando che in campagna elettorale i potenziali assessori diventino più dei candidati consiglieri. Azione e determinazione saranno i due elementi caratterizzanti della prossima giunta». Per Vitale, sono tre i fronti aperti in città: «Parcheggi, dissesto e bilancio per i primi 12 mesi della prossima amministrazione. Poi, bisogna aggiungere i servizi alle famiglie: asili nido e scuolabus». E il consigliere guarda lontano: «Con un piano regolatore si possono aggiornare il piano della mobilità, inserendo i progetti di sostenibilità urbana, dare sostanza al piano commercio e incentivare le aree no tax».