Differenziata flop a Chieti, cumuli di rifiuti lasciati sotto gli alberi

Il metodo voluto dal Comune dei sacchetti trasparenti ammucchiati per strada dà il via libera alla inciviltà legalizzata

CHIETI. Metodo “Berlino” o raccolta porta a porta coi mastelli? Il Comune sceglie la terza via, il metodo “Chieti”, pardon “Napoli” e, con l’abolizione dei cassonetti, si passa all’utilizzo dei sacchetti di plastica trasparente per smaltire i rifiuti. Scelta voluta fortemente dall’assessore Alessandro Bevilacqua, ma altrettanto contrastata da molti cittadini. Qualcuno parla di flop epocale sul fronte della raccolta differenziata in città, altri si spingono oltre: «Questo nuovo metodo serve solo a legalizzare l’inciviltà». E le immagini che arrivano quotidianamente al Centro scattate dai nostri lettori parlano da sole. Di giorno e di notte spuntano cumuli di sacchetti gettati alla rinfusa in ogni strada del Colle e dello Scalo. La parola va dunque ai cittadini e alle loro richieste che invocano un cambiamento di rotta. «La nuova tipologia per la raccolta dell'immondizia nel comune di Chieti comporta non pochi problemi» segnala Annalisa Califano «qualche mese fa ho aperto la cassetta della posta e ho trovato una lettera per la nuova raccolta della spazzatura. In poche parole diceva che per l'igiene e il decoro urbano la spazzatura doveva essere posta per terra, in buste trasparenti, dopo le 20 di sera, in giorni prestabiliti.Cosa succede ora?» dice con intenzione la signora Annalisa «di fronte al mio palazzo di 30 appartamenti giace sul marciapiede una montagna di spazzatura di ogni genere. Scusate» aggiunge rivolgendosi agli amministratori comunali «ma qual è l'igiene e il decoro urbano?» Poi le considerazioni personali: «Hanno tolto i bidoni per questa ragione? Ma mi dico, almeno prima c'era un ordine. Ora c'è solo caos e il decoro e l'igiene é certamente impossibile in questa situazione». Il problema dei sacchetti depositati alla rinfusa in strada non è solo di carattere estetico. Molti cittadini del Colle e dello Scalo lamentano «strade tappezzate dall’immondizia a causa della rottura dei sacchetti provocata da gatti e cani randagi». E sullo sporcizia è facile scivolare e farsi male. «Il problema» sostengono «riguarda anche la sicurezza dei cittadini». C’è chi estremizza con considerazioni prettamente sociologiche: «Per quale motivo devo conferire la mia immondizia in sacchetti di plastica trasparente per rendere pubblica la lista dei miei rifiuti?». Qualcuno azzarda persino l’ipotesi di un «referendum popolare» per decidere quale “modello” di raccolta differenziata scegliere. Insomma, il nuovo regolamento non piace e in tanti chiedono un cambiamento. Noi ci limitiamo a girare le proteste all’assessore Bevilacqua ricordandogli che nel regolamento comunale per la disciplina della gestione dei rifiuti urbani approvato dal Comune il 14 novembre del 2011 viene sottolineato che l’intero ciclo deve sottoporsi a dei principi generali. Il primo citato nella lista è molto chiaro: «Deve essere evitato ogni danno o pericolo per la salute e l’incolumità, il benessere e la sicurezza della collettività e dei singoli». Il secondo parla di «rispetto delle esigenze igienico-sanitarie». Principi un po’ lontani, a parere di molti cittadini, dal “metodo” teatino.