Donna soffocata in casa Il processo a ottobre

A giudizio con il rito abbreviato l’unico indagato per l’omicidio di Michela Strever L’uomo ha confessato solo di avere aggredito e derubato la pensionata
VASTO. Sarà giudicato con il rito abbreviato il 22 ottobre prossimo Hamid Maathaoui, 36 anni, il marocchino che ha confessato di avere aggredito e derubato la mattina del 19 dicembre 2012 Michela Strever, 68 anni. L’uomo, che assicura di essere fuggito lasciando la vittima ancora viva, è accusato di omicidio aggravato e rapina. Il processo, fissato in un primo momento al 16 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Lanciano, con il rito abbreviato resta a Vasto. Maathaoui sarà giudicato dal Gup, Caterina Salusti.
Michela Strever fu trovata morta nella sua casa nel quartiere Incoronata la mattina del 19 dicembre 2012 dal fratello Antonio. La donna era legata e imbavagliata. Il corpo pieno di ferite raccontò agli investigatori la brutale e ingiustificata aggressione subita dalla pensionata. In un primo momento come atto dovuto anche Antonio Strever fu indagato. Un mese fa il sostituto procuratore Giancarlo Ciani ha chiesto l’archiviazione per l’uomo che è assistito dall’avvocato Arnaldo Tascione.
La vicenda è ancora avvolta comunque dal mistero. Non è chiaro il movente dell’omicidio. Il trentaseienne era diventato uomo di fiducia della vittima e riceveva spesso dalla donna denaro in cambio di lavoretti. Massacrarla di botte e derubarla per 60 euro e un cellulare appare assurdo. Forse oltre al furto c’è dell'altro. La magistratura ha preferito tuttavia mantenere il riserbo sulla delicata vicenda che sarà chiarita il 22 ottobre in aula nel corso del processo che si celebrerà a porte chiuse. A confermare che la mattina del delitto Maathaoui si trovasse nella casa della Strever sono stati i risultati dei Ris. La Strever è morta per soffocamento e sui fazzoletti infilati nella gola e nella bocca della vittima i Ris hanno trovato il Dna di Maathaoui. Per l’avvocato Nicola Artese non sarà semplice difendere l’indagato. (p.c.)
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