Due lavoratrici Faist Sangro "licenziate perché malate"

Lanciano, l’annuncio della Fiom-Cgil: ancora una volta il mondo del lavoro dimostra di avere problemi con le donne. Ricorreremo anche alla Corte di giustizia

LANCIANO. Licenziate perché malate. E' l'accusa shock della Fiom-Cgil nei confronti della Faist Sangro, azienda con sede in città che produce componenti per auto e turbo compressori e che occupa una cinquantina di dipendenti. «Due lavoratrici», accusa Davide Labbrozzi della segreteria provinciale Fiom-Cgil, «sono state scacciate dal mondo del lavoro, una licenziata e l'altra costretta a dimettersi, per l'unica colpa di essere gravemente malate, una invalida e madre di due figli e l'altra, nigeriana, madre di tre bimbi». Nel primo caso, secondo il resoconto del sindacato, una donna invalida e vittima di un caso di malasanità, sarebbe stata licenziata dopo aver subito due interventi delicatissimi e aver sforato (perché ancora in ospedale) di un paio di settimane il limite di malattia concesso dal contratto nazionale di lavoro.

«A nulla è valsa la disponibilità della donna che sarebbe rientrata in azienda non ancora perfettamente guarita», specifica Labbrozzi, «l'azienda ha salutato la sua ormai ex dipendente con una fredda lettera di licenziamento». Nel secondo caso invece si tratterebbe di una lavoratrice straniera affetta da una grave patologia, operabile solo in America. La donna avrebbe chiesto all'azienda due mesi di aspettativa che le sarebbero stati negati. Di qui la scelta delle dimissioni.

«Ancora una volta il mondo del lavoro», denuncia la Fiom, «dimostra di avere seri problemi con le donne che sono anche madri, che soffrono di problemi invalidanti e con chi non detiene il passaporto italiano. Per l'ennesima volta il nostro sistema paese mostra tutta la sua ipocrisia: piangiamo gli stranieri che affogano e poi li prendiamo a calci quando sono ancora vivi; evidenziamo l'emarginazione della donna e poi non facciamo nulla per proteggerla; parliamo del diritto sacrosanto di assumere persone con handicap, ma poi le cancelliamo dal mondo del lavoro». La Fiom ha annunciato che nelle prossime ore chiederà alla Honeywell, azienda committente della Faist, di «togliere la commessa a quella che nei fatti è una bottega della discriminazione». «Ci batteremo fino in fondo contro ogni caso di ingiustizia sociale», promette Labbrozzi, «e ricorreremo alla magistratura fino a giungere, se necessario, alla Corte di Giustizia europea».

Daria De Laurentiis

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