E il comitato ricorre al Tar contro il rincaro delle tariffe

4 Luglio 2012

LANCIANO. La presentazione di un ricorso al Tar contro il nuovo piano d’ambito 2010-2032 dell’ex Ato numero 6 del Chietino, che prevede l’aumento della bolletta dell’acqua da 1,25 euro al metro cubo...

LANCIANO. La presentazione di un ricorso al Tar contro il nuovo piano d’ambito 2010-2032 dell’ex Ato numero 6 del Chietino, che prevede l’aumento della bolletta dell’acqua da 1,25 euro al metro cubo a 1,36 euro, e 246 milioni di euro di investimenti su fogne e depuratori e la consegna delle prime cento diffide alla Sasi, in cui i cittadini chiedono di eliminare dalle bollette la quota della remunerazione del capitale, abolita dal referendum sull’acqua.

Sono passati all’azione il comitato Acqua bene comune e il Wwf dopo che i sindaci dell’ex Ato 6 non hanno risposto alle richieste di avviare le procedure della valutazione ambientale strategica (Vas) e della valutazione d'incidenza ambientale (Via) degli interventi previsti nel piano d'ambito 2010-2013 approvato a dicembre dai sindaci chietini e ratificato dalla Regione a maggio. «Abbiamo presentato il ricorso» spiegano Ines Palena, Amanda De Menna e Andrea Natale del comitato «perché i sindaci hanno ignorato le nostre richieste di fare le valutazioni ex post. Nel piano ci sono opere che incidono fortemente sull'ambiente, in zone anche protette, va fatta la Vas».

Per evitare attacchi dai sindaci il comitato nel ricorso non ha chiesto la sospensione del piano, in attesa del giudizio, per non bloccare gli investimenti. Oltre al ricorso, il comitato è pronto a consegnare alla Sasi le prime cento diffide in cui i cittadini chiedono l’abolizione, dalle bollette, delle somme relative alla remunerazione del capitale, eliminate con il referendum dello scorso anno.

«Sono oltre 100 le diffide che invieremo» dice Palena «perché la Sasi, dal luglio 2011, continua a riscuotere indebitamente la remunerazione del capitale investito che per il 2012 vale il 6,53%, ma che per i prossimi anni aumenterà fino ad arrivare a circa il 20% della bolletta». (t.d.r.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA