via santa lucia

E il Tar dissequestra il cantiere «Non ci sono vincoli paesistici»

VASTO. L’area non è sottoposta a tutela ambientale: il cantiere di via Santa Lucia può essere dissequestrato. A stabilirlo sono stati i giudici del Tar, il tribunale amministrativo di Pescara, a cui...

VASTO. L’area non è sottoposta a tutela ambientale: il cantiere di via Santa Lucia può essere dissequestrato. A stabilirlo sono stati i giudici del Tar, il tribunale amministrativo di Pescara, a cui si sono rivolti gli avvocati Salvatore De Simone e Giuseppe Gileno per conto della F.C. Costruzioni srl. All’epoca del sequestro, un anno fa, era amministratore della società l’ingegnere Corrado Sabatini (poi dimissionario).

I lavori possono dunque riprendere. L’edificio in via di ultimazione, un fabbricato di tre piani, è più ampio rispetto al progetto originale ma il piano regolatore offre la possibilità di ricorrere a una sanatoria.

Il Comune di Vasto avrebbe voluto, al contrario, la demolizione dell’immobile: per questo aveva rifiutato la sanatoria. Da qui la decisione degli avvocati De Simone e Gileno di ricorrere 5 mesi fa al Tar.

La sentenza dà ora ragione alla F.C. Costruzioni rimarcando che la zona di via Santa Lucia non rientra nelle aree vincolate dal Piano paesistico regionale. L’impresa auspica che a questo punto la sospirata sanatoria arrivi prima possibile per poter finalmente ultimare i lavori.

Finisce così per l’impresa una odissea iniziata il 10 ottobre 2012 quando arrivò la prima ordinanza di sospensione dei lavori. Il 22 marzo 2013 una seconda ordinanza firmata dal dirigente del settore urbanistica del Comune, Pasquale D’Ermilio, verificata la prosecuzione di alcuni lavori interni, ordinò la demolizione entro novanta giorni delle opere non autorizzate con l’avviso che in caso di inosservanza della disposizione l’immobile sarebbe stato acquisito di diritto dal Comune.

La polizia municipale il 27 marzo appose per la seconda volta i sigilli alla palazzina. L’impresa non si arrese e tanto meno gli avvocati De Simone e Gileno. La sentenza del Tar dà ora ragione ai ricorrenti: il cantiere va dissequestrato, la sanatoria va concessa e i lavori possono riprendere. (p.c.)

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