I carabinieri a contrada Elcine, Miglianico. Matteo Giansalvo, 18 anni, vittima dell'aggressione

MIGLIANICO / TRAGEDIA FAMILIARE

E' morto Matteo, il 18enne colpito alla tempia dal fratello

Il ragazzo colpito dopo una lite avvenuta in casa. La famiglia ha autorizzato l'espinato degli organi. Il sindaco Adezio: "Tutto il paese si stringe attorno alla famiglia Giansalvo"

MIGLIANICO. È morto all’ospedale di Pescara Matteo Giansalvo, il ragazzo di 18 anni che domenica è stato colpito alla tempia con un rullo usato per la tinteggiatura delle pareti dal fratello maggiore al culmine di una lite avvenuta in casa. La famiglia ha dato il consenso all’espianto degli organi. La posizione di Giuseppe Giansalvo, 21 anni, fratello della vittima, ora si aggrava. Domani è prevista in videoconferenza l’udienza di convalida con il giudice Luca De Ninis e il pm Giancarlo Ciani. Sul  fratello aggressore, era indagato fino a ieri per tentato omicidio. Dopo la morte di Matteo, l'ipotesi accusatoria dovrà essere riformulata.

Fabio Adezio, sindaco di Miglianico

Messaggio del sindaco Adezio. «E' una tragedia che colpisce la comunità intera e che va trattata con il massimo rispetto. Silenzio e riflessione e, per chi crede, preghiera». Così Il sindaco di Miglianico, Fabio Adezio, invita tutti a non alimentare il chiacchiericcio sterile sulla vicenda di Matteo e Giuseppe Giansalvo, dopo la notizia della morte del 18enne di contrada Elcine.

«Non tocca a nessuno di noi», prosegue il primo cittadino, «formulare giudizi o dare valutazioni sui particolari della vicenda, sulla quale sta indagando la magistratura con i suoi mezzi e le sue procedure, avvalendosi del lavoro discreto e professionale dei carabinieri agli ordini dal luogotenente Corrado Perseo. Rimane per tutti il turbamento profondo per il fatto in sé, poiché è stata spezzata in un modo inatteso e tragico, tra le mura domestiche, dove più ci si sente al sicuro, una giovane vita. Occorre che tutta la comunità si stringa attorno alla famiglia. Con i nostri servizi sociali cercheremo di offrire il sostegno indispensabile per riuscire a elaborare una situazione che appare insostenibile. Poco può consolare, anche se è segno di una sensibilità immensa in un momento così doloroso e tragico, la scelta dei familiari di donare gli organi di Matteo che potrà almeno contribuire a salvare altre vite. Ognuno di noi in questa circostanza deve riflettere su ciò che una vicenda del genere, nella sua tragica semplicità, può dire alla vita di ciascuno: che, cioè, la rabbia spesso porta a conseguenze incontrollabili».

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