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Elezioni rettore, Capasso: Di Ilio è con Stuppia

L’antropologo attacca il direttore di Psicologia, lui non replica. In oltre 400 hanno assistito al confronto tra i sei candidati

CHIETI. «Il 26 aprile del 1945 erano tutti anti-fascisti, così come il 14 marzo scorso erano tutti anti Del Vecchio. Nonostante che anche prima il Senato accademico avesse visto tante cose che non andavano…” Scatta a questo punto il primo applauso del confronto tra i sei candidati rettori alla D’Annunzio di ieri all’auditorium del rettorato. A parlare è il primo dei candidati, in ordine alfabetico, l’antropologo Luigi Capasso, che con quella battuta ha voluto richiamare i presenti alle loro responsabilità. Nel senso che gli è apparso fin troppo facile ora attaccare la passata gestione universitaria e, in particolare il dg Filippo Del Vecchio, quando ormai è intervenuta la magistratura a interrompere quella stagione. Nel secondo dei due confronti tra i sei candidati, il professore non ha rinunciato a tirare una bordata contro l’unico candidato che non può dire apertamente di voler voltare pagina, il direttore del dipartimento di Psicologia Liborio Stuppia. Pur affermando che la cosa è assolutamente “legittima”, Capasso ha detto chiaramente che Stuppia è il candidato dell’ex rettore Carmine Di Ilio. La platea (oltre 400 persone, molte in piedi non essendoci più posti a sedere) ha subito rumoreggiato.

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L’interessato, invece, è rimasto in silenzio. Quando è toccato a lui parlare, non solo non ha raccolto la provocazione ma non vi ha fatto neanche minimamente cenno. L’unico cenno al passato del suo intervento ha riguardato il Medioevo. L’unico accenno polemico del suo discorso è stato invece quando ha fatto riferimento ai “grandi poteri”, di cui lui, ha detto, non è esponente, come non è esponente di «un partito politico o di altre lobbies». A cosa si stesse riferendo non è stato specificato. Per il resto, non si è mai confrontato apertamente con quel recente passato che ha portato l’ateneo D’Annunzio al centro di un’inchiesta della magistratura che ne ha decapitato il vertice. Cosa che hanno fatto tutti gli altri candidati, marcandone la distanza. Il direttore di Economia Michele Rea, ad esempio, ha esposto il suo programma con alcune parole-simbolo e ha iniziato proprio con “cambiamento” e “rinnovamento”. Anche il direttore del dipartimento di Architettura, Paolo Fusero, che pure ha iniziato dicendo che non voleva perdere tempo a parlare di Del Vecchio, ha comunque sintentizzato il suo pensiero con un «no a Del Vecchio, sì a Lucia Mazzoccone».

La Mazzoccone, vale a dire la persona che ha preso il posto di Del Vecchio, lo ha ascoltato seduta in prima fila. In platea c’erano anche Luigi Di Giosaffatte e Antonio Bianchini, direttore e consigliere di Confindustria Chieti Pescara, entrambi salutati espressamente da Capasso. Il direttore del dipartimento di Scienze mediche orali e biotecnologiche Sergio Caputi ha ricordato, invece, quando non si volle candidare rettore alle scorse elezioni perché sapeva che si sarebbe ritrovato come dg una persona a lui non gradita. Anche lui ha citato Confindustria, dicendo di voler potenziare i rapporti con il privato e con l’associazione degli industriali. E infine il direttore di Lettere, Stefano Trinchese, ha ricordato quando, il 14 luglio 2015, fu l’unico in Senato, insieme al rappresentante del personale Goffredo De Carolis, a sfiduciare l’ex vertice universitario. Una posizione portata avanti in maniera netta, nonostante il suo essere una persona «pacifica», oltre che, sono sue parole, «desueta, lenta e pacata». A fare da padrone al dibattito è stata, infine, la sveglia del decano Michele Vacca, che suonava ogni volta che il candidato raggiungeva i 10 minuti a sua disposizione.