Emergenze in discarica Chiesta l’unità di crisi

Ranieri (Ecolan): presto un organismo tecnico che analizzi problemi e urgenze per i 53 Comuni-soci a cominciare dall’impianto di trattamento biologico

LANCIANO. Il consiglio di amministrazione della EcoLan spa, ex consorzio smaltimento rifiuti, ha approvato la costituzione di un’unità di crisi. Nei prossimi giorni il direttivo della società per azioni inviterà i 53 sindaci-soci a far parte del tavolo tecnico-politico.

«L’esigenza di un’unità di crisi che sviscerasse i problemi e le urgenze della discarica di Cerratina», spiega il neo presidente di EcoLan, Massimo Ranieri, «era stata già posta un anno fa dal Comune di Fossacesia e dall’assessore all’ambiente Andrea Natale. Oggi, in una nuova fase di gestione e organizzazione della società, vogliamo essere trasparenti e soprattutto rendere partecipi i Comuni di tutto ciò che riguarda il consorzio, il territorio e la discarica consortile». Il nuovo organismo sarà essenzialmente tecnico, ma sarà aperto ai suggerimenti di tutti.

Lo scorso anno le difficoltà di EcoLan riguardavano essenzialmente la vita residua della discarica consortile, l’impianto più grande d'Abruzzo. Fu solo grazie all’intervento della Regione, nell’aprile del 2012, che si riuscì ad allungare la vita residua dell’impianto, ormai in via di esaurimento, fino al 2014. La Regione concesse una capienza del 10% in più (equivalente a 200 mila metri cubi di spazio), espediente che consentì di evitare l’emergenza e che i 53 Comuni-soci del consorzio dovessero rivolgersi ad altri impianti per lo smaltimento del pattume. Oggi tra le priorità dell’unità di crisi non ci sono più i problemi di spazio. Anzi, a causa della chiusura dell’impianto mobile di Cerratina nelle scorse settimane, i rifiuti sversati nella discarica sono pochissimi. A tal punto che si sta profilando un altro tipo di emergenza, quella economica, dal momento che l’ingresso dei rifiuti in discarica porta un discreto guadagno alla società.

E ci sarà sempre da risolvere il problema della realizzazione di un biodigestore o di un impianto di trattamento biologico in discarica, il cosiddetto Tmb. «Assieme ai sindaci», prosegue Ranieri, «vogliamo stabilire quali sono le decisioni da intraprendere e gli investimenti da effettuare: abbiamo già delle idee, ma vogliamo rendere tutti partecipi».

Altri nodi da risolvere sono le tariffe e i costi di gestione da rimodulare assieme alla società che gestisce la discarica, l’Ecologica Sangro, e il contratto con la Deco di Casoni di Chieti, l’impianto privato che sta accogliendo i rifiuti dei comuni del Frentano per il trattamento e la stabilizzazione del pattume indifferenziato.

Intanto andrà in appalto l’ampliamento della piattaforma consortile. «Potremmo andare a gara già a giugno», sottolinea il presidente di EcoLan, «in questo modo potremo assicurare il recupero di più materiali».

Daria De Laurentiis

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