Esplosivo in casa, condannato: «Ma non istigò all’insurrezione» 

Daniele Di Totto aveva armi artigianali e sui social postava video in cui insegnava a realizzare ordigni Per lui si era mosso anche l’Antiterrorismo, ma è stata provata solo la fabbricazione di prodotti pirici

LANCIANO . Di lui si sono occupati i poliziotti del commissariato di Lanciano, la Digos di Chieti, la polizia postale di Pescara con il coordinamento dell’Antiterrorismo nazionale e a processo, davanti al giudice per le udienze preliminari Giovanni Nappi, Daniele Di Totto, 46enne di Lanciano, è arrivato con reati che andavano dalla fabbricazione e detenzione abusiva di armi ed esplosivi, alla fornitura di istruzioni su profili social sulla preparazione e l’uso di esplosivi e armi da guerra, fino all’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico. Invece, per tutti i reati connessi alla fabbricazione di armi da guerra e l’istigazione alla disobbedienza è stato assolto con formula piena, mentre la condanna a un anno di reclusione, 10mila euro di multa, pena sospesa, è arrivata per la realizzazione di prodotti pirici, che sono ben diversi dagli esplosivi e dalle armi da guerra. La Procura è pronta a ricorrere in appello.
IL PROCESSO
Di fronte al gup Nappi, Di Totto è finito dopo 8 mesi di domiciliari e dopo l’accoglimento del rito abbreviato chiesto dal suo legale Luigi Feliziani, con ben 5 capi di imputazione legati al possesso, alla fabbricazione di armi e congegni esplodenti e uno per istigazione alla disobbedienza, perché sui social pubblicava tutorial su come creare armi. Accuse pesanti derivanti dall’indagine di polizia partita dopo che nel giugno 2021, nel garage di casa, gli avevano trovato e sequestrato armi o parti di esse, come un lanciafiamme artigianale, un fucile ad aria compressa, una balestra con dardo esplosivo, una bottiglia tipo Molotov, una bomba con innesco elettrico di fattura artigianale, proiettili e solventi chimici. In pratica un arsenale fatto in casa che, assieme ai video diffusi su youtube, lo ha fatto quasi sembrare un terrorista. Accuse smontate dal legale Feliziani che fin dall’arresto ha ridimensionato la vicenda per la presenza non di armi da guerra, ma di congegni rudimentali legati alla pirotecnica che mai erano stati usati, commercializzati e non si sapeva neanche se funzionavano. Un hobby pericoloso quello dell’operaio, ma di certo non volto ad uccidere.
I VIDEO
E non aveva neanche intenti eversivi Di Totto che mostrava i suoi congegni, azionabili anche a distanza, sui social. Faceva tutorial visualizzati da migliaia di utenti con i quali colloquiava anche con post. In un filmato, in particolare, indossando la maschera di Anonymous e davanti a uno schermo su cui si susseguivano immagini di gravi disordini, ha illustrato la realizzazione di maschere antigas da usare durante azioni antisommossa. D Totto ha spiegato anche i video che, come riconosciuto dal giudice, non volevano sovvertire l’ordine pubblico o promuovere sommosse popolari.
L’APPELLO
Il 46enne non è un terrorista, non fabbricava armi da guerra, ma non poteva e non può realizzare e detenere prodotti pirici. Infatti la condanna a un anno e 10mila euro di multa (pena sospesa) è arrivata per questo, mentre per gli altri reati c’è l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Una sentenza impugnata dalla Procura, che aveva chiesto 4 anni di reclusione, pronta a ricorre in appello.
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