Export, lievi segnali di ripresa

La provincia di Chieti si conferma locomotiva d'Abruzzo

CHIETI. E' la provincia di Chieti a trainare l'export regionale alla fine del biennio terribile 2008-2010. Confortano i segnali di ripresa, lievi ma tenaci, a giudizio degli analisti. A conferma che la forza del manifatturiero è sempre viva, soprattutto nel terziario e nelle imprese artigiane che lavorano sulle piazze europee. A certificare i sintomi di una febbre che sta lentamente calando è un'indagine condotta dal centro studi di Confartigianato. Tendenza al rialzo testimoniata dagli operatori sui mercati esteri e dagli utili che cominciano a consolidarsi. Sicché tra le 12 province dove l'export rappresenta oltre il 30% del valore aggiunto, quella teatina si classifica al quinto posto con un eloquente +44,5 per cento.

Archiviati i due anni neri dell'economia regionale? Difficile fare previsioni. Certo è che dopo il calo degli scambi commerciali (-18,7%) registrato nel biennio in esame - peggio hanno fatto solo Molise (-34,9%), Basilicata (-21,4%) e Calabria (-20%) - l'Abruzzo assicura buone performance sull'andamento delle esportazioni totali e si classifica all'ottavo posto in Italia con un profilo di crescita quotato al 18,8 per cento. Il mercato europeo si conferma così la piazza privilegiata con il 71,1% delle esportazioni regionali. E a questi mercati strizza l'occhio una provincia come quella teatina, che nel vecchio continente guarda per i tre quarti della sua produzione manifatturiera, nonostante che, per numeri assoluti, gli scambi siano diminuiti del 19,2 per cento.

L'inversione si vede nettamente nell'ultimo scorcio del 2010 e continua a crescere nel primo trimestre 2011 con una crescita delle aziende che operano nei servizi alla persona, metalmeccanico, turistico-alberghiero e socio-sanitario come pure dell'elettrotecnico e dell'agroalimentare, quest'ultimo con le più brillanti performance.

«La condizione economica nella nostra provincia è ancora incerta» commenta il direttore regionale e provinciale di Confartigianato Daniele Giangiulli, «ma la piccola ripresa che riscontriamo da qualche mese ci fa ben sperare. Ovvio che le istituzioni locali dovranno sempre più facilitare l'accesso al credito delle imprese artigiane, che restano in trincea e continuano a lavorare sodo per trovare una via di uscita dalla crisi». (cr.ch.)

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