festa di ferragosto

Falò in spiaggia, nuove indagini

Sabotato un mezzo della Protezione civile: aveva spento i fuochi

VASTO. La manifestazione di protesta che ha preceduto la notte dei fuochi d’artificio a Vasto potrebbe avere strascichi giudiziari. Non certo per chi ha protestato, ma per chi avrebbe istigato i giovani a non osservare la legge regionale nè l’ordinanza balneare ricordata dal sindaco e a ribellarsi alle forze dell'ordine. Il reato ipotizzato è istigazione alla violenza. Alcuni filmati sono stati visionati dal vicequestore Cesare Ciammaichella, dirigente del commissariato di Vasto. Le registrazioni non sono tutte uguali. Alcune hanno protetto l’identità dei minori, altre no. «Diffondere le immagini dei minori è reato», ricordano gli investigatori.

Il fatto più grave, comunque, si è verificato poche ore prima o durante i fuochi. La Protezione civile Vasto ha subito un’azione di sabotaggio. I volontari sono intervenuti più volte per spegnere roghi abusivi o pericolosi. Quando alla fine di una lunga nottata di lavoro hanno raggiunto il mezzo per tornare a casa hanno scoperto che qualcuno aveva aperto il bocchettone del carburante per riempirlo di sabbia. «Il veicolo è fuori uso, inutilizzabile. Il danno procurato è notevole», conferma la polizia.

Da due giorni il vicequestore Ciammaichella sta ascoltando testimoni e persone informate sui fatti. L’argomento falò è al centro di vivaci dibattiti. Marco Di Michele Marisi (Fratelli d’Italia) ha suggerito l’istituzione di registro dei gruppi che organizzano i falò. «L’amministrazione potrebbe assegnare un’area per i fuochi annotando per la pace dei pescatori e dei gestori degli stabilimenti balneari i nominativi». (p.c.)

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