Palmoli

Famiglia del bosco, i bambini agli operatori della casa famiglia: «Vogliamo tornare a casa, ci mancano i nostri animali»

31 Dicembre 2025

Palmoli. I tre piccoli hanno iniziato a lamentarsi di voler tornare alle loro vecchie vite. Intanto anche la notte di San Silvestro dovranno restare divisi dai genitori. Sul nodo istruzione nessuna richiesta per le scuole pubbliche, confermata la maestra in comunità

CHIETI. «Voglio tornare a casa, mi mancano gli animali». La richiesta è diretta, senza fronzoli, ripetuta più volte dal gemello maschio davanti agli operatori della comunità di Vasto. Non è un capriccio momentaneo, ma la sintesi di una mancanza che dura dal 20 novembre, giorno in cui i tre fratelli sono stati allontanati dal bosco di Palmoli su decisione del tribunale per i minorenni dell’Aquila. Quella frase, pronunciata tra le mura della struttura protetta, racconta meglio di qualsiasi atto giudiziario lo stato d’animo con cui i bambini si apprestano a vivere le prossime ore.

Stasera, mentre ovunque si festeggerà l’arrivo del 2026, per i tre figli di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion sarà un Capodanno di attesa e di distanza. Saluteranno il nuovo anno all’interno della casa famiglia, insieme agli educatori, agli altri ospiti e mamma Catherine, che può vederli solo durante i pasti. Papà Nathan non ci saranno. La decisione dei giudici non prevede eccezioni nemmeno per la notte di San Silvestro. Sarà la prima volta che la famiglia non brinderà unita, un dato di fatto che pesa sulla quotidianità dei minori.

L’assenza del papà si somma a quella del loro mondo. Il gemellino non chiede videogiochi o televisione: chiede di rivedere i suoi compagni di vita. Manca Lee, il cavallo arrivato direttamente dall’Australia, un pezzo di storia familiare che ha attraversato l’oceano con la madre. Manca Gallipoli, l’asino che viveva con loro tra gli alberi di Palmoli. Manca Pasquale, il gatto di casa. La sorella maggiore lo aveva ritratto in una serie di disegni, alcuni dei quali sono rimasti nella casa di pietra, fogli di carta che ora testimoniano una creatività interrotta all’improvviso.

Anche su questa sofferenza insistono i difensori della coppia, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas. I legali hanno inviato un’istanza ai giudici chiedendo la revoca dell’ordinanza di allontanamento. La richiesta non si basa solo sull’aspetto emotivo, ma introduce elementi nuovi che mirano a smontare l’impianto accusatorio. Al centro della difesa ci sono le immagini pubblicate in esclusiva dal Centro. Fotografie che ritraggono i bambini in situazioni di vita comune, ben lontane dall’isolamento ipotizzato dall’accusa.

Gli scatti mostrano i fratelli all’interno di supermercati, mentre frequentano lavanderie self-service, mentre mangiano un gelato seduti al tavolino di un bar. Secondo la difesa, sono prove documentali che smentiscono la narrazione di una vita “selvaggia” e priva di contatti con la realtà contemporanea. Queste immagini puntano anche a confutare uno dei cardini della decisione del tribunale: la presunta repulsione ideologica della madre verso i materiali sintetici. Vedere i bambini a contatto con arredi, giochi e cucchiaini in plastica smonta la tesi del divieto ossessivo, suggerendo una rilettura dell’intera vicenda.

Nel frattempo, la vita dei tre bambini si prepara a una nuova svolta per quanto riguarda l’istruzione. Archiviato questo Capodanno in comunità, il calendario fissa al 7 gennaio una data importante. Da quel giorno riprenderà il percorso scolastico, ma con modalità differenti rispetto al passato e anche rispetto ai coetanei. Non saranno i bambini a uscire per andare a scuola, ma – salvo improbabili colpi di scena – sarà la scuola a spostarsi per loro.

Sulla questione è intervenuto un comunicato congiunto delle dirigenti scolastiche di Vasto (Concetta Delle Donne, Cristina Eusebi ed Eufrasia Fonzo), per chiarire il clima di massima disponibilità istituzionale e smentire voci su presunti ostacoli. Le presidi «dichiarano di non avere ricevuto alcuna richiesta riguardo ad un possibile inserimento dei minori Trevallion e sottolineano l’assoluta infondatezza della notizia in base alla quale non vi sarebbe la possibilità o la disponibilità all’accoglienza dei bambini». Una precisazione netta: la scuola pubblica non erige barriere, ma si modella sulle necessità dei minori, essendo luogo di accoglienza per antonomasia.

Proprio in virtù di questa sinergia tra servizi educativi, è previsto l’arrivo di un’insegnante dell’istituto comprensivo di Palmoli, che si recherà direttamente nella casa famiglia per fare lezione. Un’aula pensata all’interno della struttura protetta, dove i docenti cercheranno di colmare quel gap educativo contestato dai giudici, in particolare sulla capacità di lettura e scrittura della sorella maggiore.

La soluzione tampona l’emergenza istruzione, ma conferma, almeno per ora, la separazione dal mondo esterno. I bambini avranno i libri, avranno i quaderni e le lezioni, ma quando alzeranno gli occhi dal banco, non vedranno il cavallo Lee o l'asino Gallipoli. Vedranno le pareti di una stanza che non è la loro casa, in attesa che la giustizia decida se e quando potranno tornare nel bosco.

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