L’assessore: il neo sindaco rischia la turbativa d’asta. Il primo cittadino: così è un’opera inutile

Febo: «Di Primio scorretto»

Lite sullo stop alla gara d’appalto per piazza San Giustino

CHIETI. «Il primo intervento del sindaco Umberto Di Primio va a bloccare un progetto di riqualificazione della piazza più importante della città». E’ la risposta dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Febo che contesta l’iniziativa del neo sindaco Umberto Di Primio.
«Dare uno stop al progetto», sottolinea Febo, «vuol dire scegliere di continuare a far sì che la piazza che ospita la Cattedrale continui ad essere un parcheggio. Il suo gesto di forza non è necessario e non lo capisco».

Di Primio come primo atto, ha chiesto con una lettera al dirigente del settore lavori pubblici, al segretario generale del comune e al responsabile della gara, la sospensione dell’appalto per il rifacimento di piazza Vittorio Emanuele II (piazza San Giustino). Febo non ci sta e attacca.
«Di Primio dovrebbe sapere», osserva l’assessore ai lavori pubblici del Pd, «che anche se fosse stato proclamato sindaco non avrebbe potuto procedere alla diffida perchè la diffida può configurare una turbativa di una procedura di gara».

Febo ha scritto una lettera al segretario generale del Comune e al prefetto di Chieti Vincenzo Greco ricordando che, «la possibilità di sospendere, con provveedimento motivato, la procedura di gara che trovasi oramai a ridosso della scadenza del termine di presentazione delle offerte e di apertura delle buste, è demandata», spiega ancora Febo, «al competente organo collegiale che può disporre in tal senso previo parere del dirigente e solo in caso eccezionale e sopravvenuto motivo di pubblico interesse oppure in sede di autotutela per effetto di annullamento d’ufficio ed alle condizioni di legge».

Per il neo sindaco, invece, la sua richiesta di bloccare la gara d’appalto è vincolata a dei mancati pareri. «La richiesta», ha spiegato il sindaco Di Primio, «è legata alla mancanza del parere della soprintenza, e perché ci sono altre priorità». Per Luigi Febo la mossa del neo sindaco «è inusuale, ed è stata fatta ad appena 24 ore dalla chiusura dei seggi elettorali. Ora si rischia di bloccare un progetto che ha caratteristiche europee che ha seguito con scrupolo tutte le procedure».

Per l’ex assessore però non è solo una disputa tecnica, il progetto che avrebbe liberato le auto da piazza San Giustino ha una valenza «architettonica, storica e sociale».
«Noi siamo per la realizazione della nuova piazza non solo per liberarla dalle macchine», sottolinea Febo, «per le quali abbiamo trovato la soluzione transitoria con la realizzazione del nuovo parcheggio in via Ciampoli, ma per far tornare a svolgere la piazza il suo ruolo centrale nella vita del centro storico. Un’area che ospita la cattedrale, il Comune il palazzo di giustizia. Quel luogo deve diventare un’area pedonale, senza barriere architettoniche con spazi verdi.

Tutto questo nel segno del rilancio della città. Non riusciamo a capire le motivazioni di un gesto così drastico e plateale, nei confronti della nostra città che da questo intervento può trovare solo giovamento e aumentare la qualità della vita, soprattutto nel centro storico. Non modificare come è stato per oltre 30 anni uno spazio dedicato alla sosta indisciplinata di auto con ovvi ed evidenti problemi per tutti, è davvero un atto contro la città».

Diversa l’analisi che ha fatto il neo sindaco Umberto Di Primio. «Sono intervenuto come semplice cittadino», puntualizza l’esponente del centrodestra, «e lo farò di nuovo quando ci sarà la proclamazione ufficiale della mia elezione a sindaco. Per ora mi limito a constatare che il rifacimento della piazza lo faremo, ma dopo aver sistemato la sede Municipale e il tribunale di Chieti. Che senso ha fare una piazza e dopo rovinarla per fare gli altri lavori agli edifici che vanno sistemati con opere che saranno particolari e dai tempi lunghi. Insomma il progetto della ex giunta del sindaco Ricci va bloccato, e noi lo faremo».

Per l’assessore uscente, invece la decisione del centrodestra è solo una sorta di ripicca. «Così si torna indietro, si blocca un lavoro che avrebbe ridato vitalità all’intera zona. Vedremo dove la prima iniziativa di Di Primio porterà».

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