Fratelli maltrattati dal papà Ora si cerca di sistemarli

Atessa, il Comune pronto a fare la sua parte dopo l’arresto del genitore Il sindaco Cicchitti scrive agli zii: casa a spese nostre o contributo alla famiglia

ATESSA. Trovare una sistemazione consona ai quattro fratellini strappati dalla casa degli orrori. È questo, adesso, l’obiettivo di tutte le parti coinvolte nella triste vicenda che ha shoccato Atessa, dove un padre 36enne è finito in carcere con le accuse di maltrattamenti e lesioni ai figli minorenni e alla moglie, costretti a vivere tra spazzatura ed escrementi e a vedere con l’uomo film a luci rosse.

Dal giorno dell’arresto dell’uomo i bambini, di età compresa tra i 3 e gli 11 anni, e la loro madre, che non risulta indagata, sono ospiti da uno zio fuori regione. Lì hanno trascorso questi lunghi giorni coincisi con il ponte pasquale, in attesa di poter tornare in paese a frequentare anche le lezioni. Le scuole hanno riaperto ieri, ma i piccoli sono ancora lontani da Atessa in attesa di trovare la soluzione più adatta che permetta loro di ricominciare la vita di sempre senza ulteriori scossoni.

Per questo il Comune, pronto a fare la propria parte, ha inviato una lettera, a firma del sindaco Nicola Cicchitti, agli zii paterni dei bambini, i tre fratelli del padre, per sottoporre loro quattro possibili soluzioni. La prima prevede il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie dell’abitazione della famiglia, ambiente conosciuto e che non stravolgerebbe le abitudini dei piccoli. Al tempo stesso a quella casa sono legati gli episodi, di violenza e non solo, che l’indagine di Procura e polizia hanno portato alla luce. Senza contare, poi, che i tempi per ristabilire normali condizioni igieniche nell’abitazione - cucina e sanitari sporchi e incrostati, spazzatura nelle camere, pavimenti ricoperti di escrementi e panni sporchi - non sarebbero brevi.

La seconda opzione è che i bambini e la loro madre continuino a stare dallo zio paterno che li ha ospitati in questi giorni difficili. La terza prevede il reperimento di un’abitazione a spese del Comune oppure, quarta opzione, che l’amministrazione fornisca un contributo economico per la sussistenza della famiglia, contestualmente a dei sussidi da parte dei tre zii.

La scelta non è semplice, i familiari si stanno consultando per trovare la soluzione più adatta alla serenità dei bambini. Il papà dei piccoli, intanto, resta in carcere. Una volta trovata una sistemazione per i figli, non è escluso che il difensore, l’avvocato Antonella Marchetti, torni a chiedere gli arresti domiciliari per l’uomo, che soffre di una patologia depressiva e in carcere sta seguendo una terapia farmacologica.

Stefania Sorge

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