Gas dal lago, l’appello ai parlamentari 

Ribadito il no al progetto della Cmi Energia: «Dicano al ministero che il piano è rischioso». Il 9 marzo incontro a Bomba

ATESSA. Progetto estrazione gas sotto il lago di Bomba: i parlamentari abruzzesi, sindaci, assessori e consiglieri regionali e del territorio sono stati convocati il 9 marzo in paese. C’è da decidere il futuro di una vasta zona che va da Bomba alla Val di Sangro. «Se questo territorio è in grado di manifestare una forza politica, adesso è il momento di farlo», questo quanto emerso ieri pomeriggio ad Atessa dalla riunione di una nutrita rappresentanza del comitato dei sindaci del Sangro-Aventino-Frentano. È una corsa contro il tempo perché il 15 marzo devono pervenire al ministero dell’Ambiente le osservazioni al progetto, presentato per la terza volta in dieci anni, di estrazione del gas sotto il lago di Bomba dalla società Cmi Energia Srl “Progetto di sviluppo concessione Colle Santo”. Ma, oltre alle osservazioni (già dei tecnici le stanno elaborando), un’altra strada è percorribile e qui dovrebbero entrare in azione i parlamentari abruzzesi. «La Regione e il Governo nazionale» ha spiegato ieri Massimo Colonna, chimico e presidente del comitato di cittadini “Gestione Partecipata Territorio”, è stato ed è in prima linea per contrastare il progetto, «devono dare seguito alla richiesta, sottoscritta il 22 gennaio 2018 da regione Abruzzo, Provincia di Chieti, Comune di Bomba, di Paglieta e altri venti limitrofi ed inoltrata al ministero dello Sviluppo economico, di ritirare il permesso di ricerca “Monte Pallano” alla Cmi Energia, di attestare definitivamente che «il giacimento di gas naturale di Bomba non è sfruttabile a causa della delicata situazione idrogeologica dei luoghi, della presenza di frane attive e quiescenti e del bacino idroelettrico che produce energia da fonte rinnovabile dal 1961 e di non rilasciare in futuro ulteriori permessi di ricerca e di coltivazione ad esso relativi».
La richiesta giace in qualche cassetto del ministero e un intervento politico deciso e convinto può essere determinante. Il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, aprendo l’incontro, ha ricordato le battaglie per la Val di Sangro, storiche e recenti, come quella contro la riapertura della ex Ciaf e della Di Nizio. «Questo tipo di impianti con un alto impatto ambientale» ha detto «non sono compatibili con il nostro territorio che va dalla costa dei trabocchi al lago di Bomba e oltre. Siamo pronti alla mobilitazione». Il progetto prevede l’estrazione del gas dal giacimento sotto il lago di Bomba, la realizzazione di un gasdotto lungo circa 20 chilometri e la costruzione di un impianto di raffinazione in Val di Sangro, nel Comune di Paglieta.
«Difenderemo con i denti il nostro territorio e dobbiamo coinvolgere la popolazione con determinazione» ha detto il sindaco di Paglieta Ernesto Graziani. Il capogruppo Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha promosso una risoluzione che impegni l’esecutivo regionale per una bocciatura definitiva del progetto: «È indispensabile promuovere un’azione politica, di concerto con il ministero dello Sviluppo economico, affinché si giunga al ritiro del permesso alla Cmi Energia e si attesti definitivamente che il giacimento di gas naturale di Bomba non è sfruttabile a causa della situazione ambientale, raccogliendo l’invito dei sindaci riuniti ad Atessa».
Intanto l’assessore regionale all'Ambiente, Nicola Campitelli (Lega) ha convocato a Pescara, il 5 marzo, un incontro con i sindaci del territorio, i tecnici regionali e le associazioni che manifestano il loro dissenso al progetto di estrazione.
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