Partito dem0cratico: il dopo congresso

Giangiacomo: Pd, polemiche sterili

L’ex capogruppo spiega il giallo del suo nome sparito dal direttivo

VASTO. «Non ho voluto far parte del direttivo: nel Pd troppe polemiche sterili e diversità di orizzonti». Fabio Giangiacomo, ex capogruppo consiliare ed ex presidente del Consorzio industriale, spiega il piccolo giallo sul suo nome che è stato dapprima inserito nella lista presentata al congresso cittadino a supporto della candidatura di Antonio Del Casale e poi depennato.

«Nessun mistero, solo divergenze politiche», svela l’ex capogruppo consiliare del Partito democratico che ha aderito al Comitato dei renziani, «pur essendomi regolarmente iscritto al Pd, al pari di molti altri autorevoli amici, non ho partecipato ai lavori congressuali e tanto meno ho chiesto cariche o incarichi. Nella tarda mattinata di domenica, finiti i lavori congressuali, ho avuto modo di parlare con il segretario cittadino, il quale mi ha prospettato la possibilità di entrare nel nuovo direttivo, anche su sollecitazione di alcuni giovani del partito. Davanti al sindaco Luciano Lapenna ho spiegato le ragioni politiche della mia assoluta indisponibilità, viste le recenti sterili esperienze e la diversità di orizzonti che si profilano in maniera netta. Personalmente penso che la dirigenza del Pd vastese debba aiutare a migliorare il percorso dell’attuale amministrazione e, soprattutto, pensare alle proposte per la Vasto del futuro, piuttosto che schierarsi solo con questo o quello, in ogni scontro elettorale o politico che si presenta. Ritengo inoltre», aggiunge Giangiacomo, «che anche il mancato approfondimento delle ragioni alla base delle recenti pesanti sconfitte del centrosinistra nel nostro territorio e, più in generale nella nostra regione, non aiutino affatto ad incrociare il futuro e le nuove esigenze di famiglie e imprese».

L’ex capogruppo resta però a disposizione «per qualsiasi problematica nella quale dovesse rivelarsi utile alla città la mia umile esperienza in campo amministrativo e politico. La politica non si fa necessariamente con i gradi sulle spalle e, quindi, insieme ad alcuni amici, in vista dell’appuntamento di dicembre stiamo costruendo un comitato per “Renzi segretario” che abbia come comun denominatore solo la progettualità e una visione ampia di territorio e che riprenda, con maggior successo, il solco già tracciato, a livello nazionale, da Veltroni». (a.b.)

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