Golden Lady, spariscono i macchinari

La denuncia dei sindacati: la produzione rallenta, il futuro occupazionale è a rischio

VASTO. Il futuro occupazionale fa paura nel Vastese. Il settore tessile non riparte. Alla Golden Lady di Gissi su 400 dipendenti, lavorano poco più di 150 operai. Non stanno meglio i lavoratori delle industrie metalmeccaniche. Alla vigilia delle vacanze nessuno sa cosa accadrà in autunno. Pilkington chiede ai dipendenti di ridurre le ferie di agosto da tre a due settimane per smaltire gli ordinativi. Le Rsu sono disposte ad accettare solo se scompare la cassa integrazione.

Notizie più liete arrivano dalla Denso: niente cig nè a giugno, nè a luglio e a settembre parte la sostituzione delle linee che consentiranno la produzione del nuovo alternatore. Golden Lady. I tempi d'oro nello stabilimento della Valsinello sono un lontano ricordo. «Giorno dopo giorno assistiamo ad un rallentamento della produzione. Impianti che si fermano, macchinari che continuano ad andare via. Che ne sarà di questa fabbrica? Chiediamo una risposta certa dall'azienda e dalle istituzioni». E' decisamente critica la valutazione di Giuseppe Rucci, segretario generale provinciale della Filctem-Cgil, sulla situazione dello stabilimento tessile.

Il sindacalista, con i colleghi di Cisl e Uil, ha chiesto e ottenuto un incontro nella sede della Provincia per discutere del caso Golden Lady.  «L'incontro è in programma il 24 giugno alle 14», dice Rucci. «Sarebbe bello in quella sede verificare se le rassicurazioni fatte a fine 2009 dal sindaco di Gissi, Nicola Marisi, sono ancora valide o meno.Marisi sostiene che Golden Lady non ha intenzione di dismettere gli impianti di Gissi. Anzi, cerca spazi sul mercato estero per conquistare ordinativi. L'auspicio è che alle parole seguano i fatti. Al momento la realtà è diversa: la fabbrica della Valsinello lavora sempre meno», è l'analisi spietata del sindacalista.

Pilkington.
I duemila dipendenti del colosso vetrario del gruppo Nippon Sheet Glass da due settimane lavorano a pieno ritmo. L'alluvione in Polonia ha costretto l'azienda a trasferire in Italia diverse lavorazioni. Il lavoro sarà tanto anche a luglio e agosto. Per questo l'azienda ha proposto ai dipendenti (fatta eccezione per gli operai che lavorano nel settore lunotti) due settimane di ferie anzichè tre a partire dal 9 agosto. La terza settimana sarà fatta nel mese di settembre a rotazione.

Se il lavoratore accetta la soluzione proposta dai dirigenti aziendali, in busta paga riceverà 150 euro in più. La proposta non convince le Rsu. «Intanto la somma è esigua. In secondo luogo i lavoratori sono disposti a fare un sacrificio a patto che poi in autunno non torni la cassa integrazione», affermano i rappresentanti sindacali di fabbrica di Cgil, Cisl e Uil.  La questione domani pomeriggio sarà al centro di un nuovo incontro nel palazzo di vetro di Piana Sant'Angelo fra Rsu e dirigenti. 

Denso.
Alla Denso il piano ferie sarà discusso a fine mese. Ma non solo quello. I dirigenti dell'industria giapponese e i sindacati concorderanno anche i provvedimenti da adottare a partire dal mese di settembre per permettere la sostituzione delle linee che consentiranno la produzione del nuovo alternatore SC al posto dell'A115. I sindacati hanno chiesto di conoscere anche il nuovo piano industriale. Nonostante la crisi non allenti la morsa, in casa Denso il clima è sereno.

Fino al periodo di ferie non sono previsti giorni di cassa integrazione. «Probabilmente qualche giorno di cig si farà, ma solo per permettere il rinnovamento degli impianti», conferma Primiano Biscotti della Cisl. A partire da ottobre 2010 con il rinnovo della produzione la situazione di mercato potrebbe migliorare. I sindacati non vogliono creare false illusioni nei lavoratori e quindi per il momento non si sbilanciano. «L'economia non è stabile: è come stare sulle montagne russe. In queste condizioni non è possibile fare previsioni a lungo termine».

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