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Honda, 4mila moto in più contro la chiusura

Aumenta a piccoli passi la produzione: a fine anno sarà di 80mila pezzi. Rientrati cento stagionali. E ai pasti ci pensa una cooperativa di ex dipendenti

ATESSA. Sono rientrati ieri, dopo la pausa natalizia, i dipendenti della Honda assieme a un centinaio di stagionali che lavorerà fino alle ferie estive sulle catene di montaggio, nel periodo di “alta stagione”. Il ritmo produttivo, da diversi mesi a questa parte, sta gradualmente aumentando. Rispetto alla produzione dello scorso anno, infatti, saranno realizzati circa 4mila moto in più, facendo attestare la produzione del nuovo anno su oltre 80mila pezzi. I numeri diffusi dalla direzione aziendale nelle scorse settimane sembrano dunque confermati. Di anno in anno, dopo la profonda crisi che comportò, dal 2008, il licenziamento di 404 persone, la Honda avanza sul mercato con piccole quantità produttive, avviandosi al pareggio di bilancio. Resta, tuttavia, il timore che la direzione aziendale decida di smantellare, dal settembre prossimo, l’ultima linea di produzione motori che resta allo stabilimento di Atessa. Sulla questione, dicono i dipendenti, regna ancora un «silenzio assordante».

La decisione di far arrivare i motori dell’Sh 125 e 150 e del Pcx già assemblati dal Sud-est asiatico ha aperto una fase delicatissima nelle relazioni tra azienda e sindacati, che temono un declassamento dello stabilimento atessano, da sempre all’avanguardia per produzione e qualità delle lavorazioni. Nel novembre scorso Fiom, Fim e Uilm avevano dichiarato lo stato di agitazione in fabbrica, ma la direzione Honda si era subito affrettata a smentire ogni timore di chiusura dello stabilimento e di volontà di interrompere gli investimenti in Italia. «Honda Italia è perfettamente in linea con gli accordi sottoscritti», ha dichiarato l’azienda, «e sta conseguendo tutti gli impegni occupazionali e finanziari assunti». Il 2016 si avvia ad essere un anno importante e allo stesso tempo delicato: si festeggiano i 45 anni di storia dello stabilimento e si conclude l’accordo sottoscritto nel 2012 a Roma tra sindacati, azienda e Confindustria. Per il futuro lo stabilimento di Atessa, l’unico europeo della casa nipponica, dovrà essere in grado di camminare sulle proprie gambe.

Arriva, intanto, arriva una buona notizia per i dipendenti: la casa madre giapponese ha accettato la proposta, inoltrata dai lavoratori abruzzesi, di affidare il servizio mensa non più a una multinazionale francese, la Sodexo che si occupa dei servizi mensa di centinaia di aziende nel mondo, ma a una cooperativa di ex dipendenti Honda che cucineranno rigorosamente pasti «locali e genuini». I dipendenti si sono autotassati di 80 centesimi (per un totale di 1,80 euro a pasto) per «mangiare sano e salvaguardare la cultura gastronomica locale».

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