PANDEMIA / ABRUZZO

Honda resta senza forniture, è costretta a fermarsi nel momento migliore

La fabbrica della Val di Sangro mette gli operai in ferie e cassa integrazione (alcuni fino al 12), sono diminuite le navi porta containers. La Uilm: "Necessaria una filiera locale"

ATESSA. Fermo produttivo alla Honda per mancanza della fornitura proveniente dal sud est asiatico. Proseguono i disagi per l'unica fabbrica europea delle due ruote del noto marchio giapponese. Il fermo, iniziato ieri, è previsto fino al 12 febbraio ed è coperto da ferie e cassa integrazione.

Entro marzo, prima della chiusura dell'anno fiscale giapponese, il 31 marzo, si farà il possibile per recuperare e giornate produttive perse. Già nei giorni scorsi la Uilm aveva denunciato la difficoltà nei rifornimenti della componentistica che arriva dal sud est asiatico tramite navi cargo.

Un problema, questo della fornitura, che si abbatte nel periodo più delicato per la Honda di Atessa, alle prese con il cosiddetto periodo di alta stagione, quando lo stabilimento lavora a pieno regime con circa 900 dipendenti tra stagionali, mini turno e contratti a tempo indeterminato, per dar seguito alle numerose richieste di mercato. Richieste che non si sono fermate nemmeno di fronte alla pandemia mondiale da Covid-19, e che anzi, sono incrementate dal momento che le due ruote vengono considerate il mezzo più sicuro ed economico per andare al lavoro senza utilizzare i mezzi pubblici e che sta esplodendo il fenomeno del food delivery soprattutto nelle grandi città.

Ma l'altra faccia della medaglia dell'emergenza Covid sono i trasporti. A livello globale il problema è conosciuto come Global container shortage, ovvero carenza mondiale di container. Le navi cargo sono diminuite drasticamente, così come sono saliti esponenzialmente i prezzi dei trasporti navali e i container, a seguito del blocco di molte fabbriche asiatiche ed europee, sono rimasti fermi nei porti. Questo ha frenato l'import/export drasticamente.

In una nota la stessa direzione Honda sottolinea come la situazione che sta interessando il comparto logistico internazionale, caratterizzata da congestionamenti di porti e terminal oltre che dal deficit di container vuoti, si stia riflettendo anche sull’organizzazione e sullo svolgimento delle attività produttive dello stabilimento in Val di Sangro: "Tuttavia, allo stato attuale, i giorni di fermo produttivo della Honda Italia sono 4, concordati con la Rsu e in conformità a quanto previsto dal vigente CCNL in materia di sospensioni e recuperi per forza maggiore". Inoltre la Honda specifica che "solo pochissimi lavoratori del terzo turno notturno sono interessati alla Cig fino al 12 febbraio". Confermato inoltre il fatto che e quattro giornate di fermo lavorativo saranno recuperate nel mese di marzo a completamento del piano di produzione previsto.

La Uilm, tramite il segretario generale di Chieti-Pescara, Nicola Manzi, ha più volte fatto appello al management giapponese per la creazione, in tempi brevi, di una filiera locale della sub-fornitura, in modo da ridurre i costi e i disagi e da creare un circuito virtuoso sul territorio.

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