Honeywell, confermati 70 esuberi

Atessa, dall’azienda nessun passo indietro sullo sfoltimento del personale

ATESSA. Nessun ripensamento da parte dell’azienda sui 70 esuberi annunciati nel prossimo piano industriale della Honeywell, il colosso americano per la produzione dei turbocompressori. L’incontro di ieri mattina con i rappresentanti sindacali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil si è concluso con la previsione di rivedersi lunedì dopo che i sindacati avranno effettuato le rispettive assemblee con i lavoratori per spiegare le possibili strategie di gestione degli esuberi. Ma le previsioni non sono rosee.

Il progetto dell’azienda è quello già annunciato nei giorni scorsi: la riduzione della produzione dei turbocompressori che passano da 940mila pezzi di quest’anno a 770mila l’anno, un crollo drastico che comporta il licenziamento di 70 dipendenti. Il 2015, dunque, si sta già delineando come un anno molto difficile per i 445 operai della multinazionale americana. Le uniche soluzioni percorribili potranno essere, da quanto si intuisce date le prospettive dell’azienda, la richiesta della cassa integrazione straordinaria e l’accordo sulla mobilità volontaria dietro incentivo. Ma è ancora tutta da percorrere la strada della trattativa con l’azienda che non accenna a voler indietreggiare sulle posizioni assunte.

«Per noi», commenta Davide Labbrozzi, segretario provinciale Fiom-Cgil, «è assolutamente centrale l’apertura di un cantiere che nel corso del 2015 possa contribuire a rafforzare la strategicità del sito produttivo di Atessa puntando non più e non soltanto sull’altissima qualità delle lavorazioni e il livello di tecnologia del prodotto, ma anche sulle quantità».

Il mercato dei turbocompressori, difatti, secondo il sindacato, non è in crisi come quello dell’auto, anzi risulterebbe in ascesa, «solo che», sottolinea Labbrozzi, «i grandi numeri vengono prodotti negli stabilimenti dell’Est, con costi del lavoro nettamente più bassi».

Ad Atessa resterebbe solo l’altissima gamma e turbo diesel di grossa cilindrata. «Rigettiamo in pieno il piano industriale», dice Domenico Bologna, segretario regionale Fim-Cisl, «non siamo d’accordo sugli esuberi. Affronteremo l’assemblea con i lavoratori per capire se ci può essere mobilità volontaria, ma di certo useremo tutto il 2015 affinchè questo piano cambi. Si aprirà un tavolo da gennaio e ci sarà molto lavoro da fare. Abbiamo chiesto all’azienda di non fare azioni unilaterali per il 2015 e di concordare i passi da intraprendere con le parti sindacali». (d.d.l)

©RIPRODUZIONE RISERVATA