I bambini confermano al giudice gli abusi sessuali del papà

Nell’incidente probatorio i tre minorenni riferiscono come il genitore approfittasse di loro L’uomo respinge le accuse e anche suo fratello si dice estraneo alle contestazioni del Pm

CHIETI. Lo zio dei bambini, l’ultimo ad essere interrogato in carcere, a Chieti, ha respinto le accuse. Così come qualche mese fa aveva fatto anche suo fratello, il papà di quei piccoli in occasione dell’interrogatorio di garanzia nel penitenziario di Teramo. Ma nell’incidente probatorio scattato dopo l’arresto del papà, i bambini, ascoltati in audizione protetta come succede in casi del genere, hanno confermato le accuse: e cioè che quel padre-padrone approfittava sessualmente di loro mentre, ignari di quanto potesse accadere, andavano a fargli visita nell’appartamentino dove l’uomo era recluso agli arresti domiciliari per una vicenda legata a un presunto sequestro di persona avvenuto qualche tempo fa nell’Aquilano. Il giudice ora riproporrà l’incidente probatorio per i bambini anche per l’arresto dello zio, che partecipava alle violenze sessuali insieme al fratello-papà. E chiederà ai tre piccoli che cosa succedeva quando salivano al piano di sopra dell’alloggio.

Una storia a dir poco raccapricciante quella scoperta dai carabinieri della compagnia di Ortona e che si è consumata per alcuni mesi in un centro del comprensorio. «La situazione è molto delicata», si limita a dire l’avvocato d’ufficio dei due arrestati, Andrea Ferrone, del foro di Chieti, «siamo appena all’inizio». Avrà un gran da fare il legale per dare man forte alla presunzione d’innocenza dei due assistiti.

Al momento, sia per l’inchiesta condotta dagli investigatori e sia per i provvedimenti emessi dagli inquirenti, la posizione di papà e zio non lascia spazio a dubbi. Secondo le accuse, infatti, i tre piccoli venivano invitati dal papà nel suo alloggio quando la mamma, che abitava al piano di sotto, si allontanava per qualche ora. E in quella stanza si consumava la violenza sessuale.

Era stata la stessa madre a percepire in qualche parola sfuggita ai figli che quelle loro visite al genitore in realtà si trasformavano in rapporti carnali. L’approfondimento di qualche episodio da parte delle maestre, gli accertamenti dell’assistente sociale e qualche versione resa dai vicini di casa, hanno fatto scattare le prime indagini dei militari dell’Arma con il ricorso anche allo psichiatra infantile e alle visite sanitarie alle quali i tre minorenni sono stati sottoposti. Ad aprile scorso è scattato l’arresto del padre, per iniziativa del Gip del tribunale di Chieti su richiesta della Procura teatina. Le ulteriori indagini condotte con molta discrezione hanno fatto scattare le manette, la scorsa settimana, anche allo zio dei tre.

I bambini oggi sono seguiti da psicologo e assistente sociale. Il tribunale dei minori ha anche disposto che madre e figli avrebbero dovuto cambiare casa. E così è stato.

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