I consigli della polizia postale: «Mai pagare»
Gli esperti: «La tranquillità delle persone minacciata in pochi click. Sempre più i minorenni coinvolti»
CHIETI. «Il fenomeno delle estorsioni sessuali, che di solito colpisce gli adulti in modo violento e subdolo, spesso fa leva su piccole fragilità ed esigenze personali, minacciando, nel giro di qualche click, la tranquillità delle persone». È uno dei passaggi chiave dell’ultimo resoconto della polizia postale e delle comunicazioni e dei centri operativi sicurezza cibernetica. «Questo reato», si legge nella relazione, «sta coinvolgendo sempre più spesso vittime minorenni, con effetti lesivi potenziati, quali la vergogna e la frustrazione che si ingenera per la difficoltà nel gestire la diffusione di immagini intime magari legate a una precoce sessualità. La maggior parte dei casi riguarda minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni, prevalentemente maschi».
Di recente, la stessa polizia postale è tornata a lanciare l’allarme a livello nazionale: «Si tratta di un fenomeno con un enorme potenziale di pericolosità perché agisce sulla fragilità delle vittime. Quello che nasce come un gioco sessuale le trasporta in un incubo fatto di ricatti, continue richieste di denaro e minacce, da attuare con la diffusione sui social di immagini intime ottenute tramite live chat». Il copione è sempre lo stesso: «Tutto inizia con qualche messaggio scambiato con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi alle video chat e le richieste si fanno man mano più spinte. Dopo aver ottenuto foto e filmati intimi cominciano le richieste – non troppo alte – di denaro, accompagnate dalla minaccia che, in caso di mancato pagamento, il materiale sessuale verrà diffuso tra tutti i contatti, gli amici e i parenti». Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste da altri, tendono a non confidarsi con nessuno e, fin quando possono, sborsando soldi.
Il primo consiglio della polizia postale è «non cedere mai al ricatto, pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro e le richieste si faranno più insistenti». E ancora: «Non vergognarsi per aver condiviso immagini intime. Siamo di fronte a criminali organizzati che conoscono le curiosità e le fragilità delle vittime di questo tipo di reato». Il terzo invito è «non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma conservare gli screenshot delle conversazioni, delle minacce e del profilo del ricattatore».
L’ultimo, fondamentale consiglio è quello di «denunciare immediatamente o di fare una segnalazione sul portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto: insieme è più semplice risolvere questo tipo di problemi». (g.let.)
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