I figli di Iacovitti assolti dalla bancarotta

La Corte d’appello: reato prescritto. Cala il sipario sulla vicenda della società fallita nel 1999. Decine le famiglie coinvolte

VASTO. Crac Iacovitti: assolti i tre figli del costruttore. Con la sentenza della Corte d’appello dell’Aquila venerdi sera, è arrivata all’epilogo la vicenda giudiziaria iniziata 14 anni fa e che ha avuto per protagonista la famiglia Iacovitti, proprietaria dell’omonima società edile fallita nel 1999. Un crac che ha coinvolto decine di famiglie del Vastese.

Il capofamiglia Remo Iacovitti quattro anni fa ha patteggiato in appello la pena di un anno e otto mesi di reclusione (in primo grado era stato condannato a tre anni). Angela, Marco e Michele, figli di Remo, accusati di bancarotta fraudolenta, sono comparsi venerdì davanti alla corte. Secondo l'accusa gli imputati avrebbero distratto somme cospicue alla società di costruzioni per finalità per nulla attinenti l’impresa edile.

Nel corso delle precedenti udienze i giudici hanno ascoltato le dichiarazioni di una ventina di testimoni. I giudici attraverso il racconto dei testi hanno ricostruito il rapporto fra istituti di credito e l’impresa di costruzioni. Il fallimento dell’impresa si è intrecciato con un’altra vicenda: 45 soci di due cooperative - Di Vittorio e Sirio -che chiedevano la restituzione del cantiere per tornare a costruire al quartiere San Paolo. Le famiglie erano rimaste coinvolte, loro malgrado nella querelle giudiziaria, a causa di alcune cambiali dell’importo di 9 miliardi 600 milioni di lire firmate dagli ex presidenti delle coop e date in garanzia a Iacovitti. Le famiglie danneggiate, rappresentate dall’avvocato Fiorenzo Cieri, chiedevano 50 milioni di euro di risarcimento. Un anno fa hanno ottenuto i primi assegni circolari per i rimborsi. Altre società del gruppo Iacovitti hanno portato a termine omologhe di concordato fallimentare per consentire ulteriori rimborsi. Altri beni sono stati messi all’asta.

Della lunga, drammatica e controversa vicenda restava da definire la posizione dei tre figli del costruttore. Venerdì mattina Angela, Marco e Michele sono comparsi davanti alla corte aquilana. Dopo un’altra lunga udienza gli avvocati Giovanni Cerella e Gabriele D’Ugo hanno ottenuto per loro l’assoluzione per prescrizione del reato. Con la sentenza aquilana cala quindi il sipario sulla vicenda giudiziaria che ha avuto per protagonista uno degli imprenditori più quotati in città negli anni 80 e 90.

Una vicenda che, tuttavia, non sarà dimenticata tanto presto in città visto il clamore suscitato e soprattutto il numero di persone coinvolte.

Paola Calvano

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