I periti: «Pagano è malato ma capace di capire»

Ultima relazione degli esperti sulle condizioni dell’imputato Dopo le dichiarazioni di accusa e difesa prevista la sentenza

SAN SALVO. Vito Pagano è capace di intendere e volere tuttavia è molto malato. E' arrivata a queste conclusioni la nuova perizia chiesta e ottenuta dagli avvocati Clementina De Virgilis e Fiorenzo Cieri, difensori del giovane di San Salvo accusato di avere ucciso la notte del 14 agosto 2012 Albina Paganelli dopo essere stata derubata di 60 euro. I risultati dell'esame che saranno illustrati meglio martedì nell'aula del Tribunale di Vasto avrebbero ribadito le capacità cognitive e razionali dell'imputato anche nelle ore successive il delitto rimarcando tuttavia una grave forma patologica.

«Vito Pagano sta male, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Io e la collega De Virgilis lo sosteniamo da tempo e ora è stato evidenziato anche dai periti che hanno esaminato a lungo l'indagato», afferma l'avvocato Cieri. Gli avvocati avevano insistito sulla nuova perizia per dimostrare che il comportamento del loro assistito la notte dell'omicidio venne alterato da uno stato psichico compromesso dall'uso di stupefacenti. Per gli avvocati che rappresentano la famiglia della vittima l'uso di droga non può giustificare un delitto.

«Si è trattato di un omicidio efferato aggravato dal fatto che la vittima si fidava del ragazzo», insiste l'avvocato Giovanni Cerella, «Albina Paganelli trattava Vito Pagano come un figlio. Quella notte lo fece entrare a casa perché si fidava di lui e gli voleva bene», rimarca Cerella. Martedì dopo aver preso visione della perizia, ascoltate le parti, il giudice Anna Rosa Capuozzo emetterà la sentenza. In aula è prevista battaglia. La figlia di Paganelli, Concetta Cupaiolo e lo zio Valentino chiedono giustizia. Lo stesso i due giovani accusati in un primo momento dell'omicidio da Pagano. Gli avvocati Marisa Berarducci, Andrea Chierchia e Giuseppe Piserchia chiederanno un risarcimento per i loro assistiti che a distanza di più di un anno continuano a subire conseguenze a causa delle accuse risultate infondate.

«Sono stati tirati in ballo senza alcun motivo», sostengono gli avvocati. Vito Pagano si è dichiarato più volte pentito. Dal carcere ha scritto una lunga lettera dichiarandosi pronto a cedere tutto ciò che gli appartiene (una casa) per rimediare al danno fatto. Il processo a Vito Pagano è iniziato nel mese di maggio. Nonostante il rito abbreviato i pm Enrica Medori e Giancarlo Ciani hanno chiesto per l'imputato la condanna a 30 anni per omicidio e calunnia. Alla luce dei risultati della nuova perizia il giudice Capuozzo dovrà decidere la pena che ritiene più equa.

Paola Calvano

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