I revisori bocciano la giunta Di Primio

Il collegio dei sindaci si rifiuta di firmare la certificazione del Patto di stabilità 2011

CHIETI. I revisori dei conti non hanno sottoscritto, per decisione unanime, la certificazione del rispetto dei limiti del Patto di stabilità del Comune di Chieti nell'anno finanziario 2011. È la notizia che emerge da un infuocato confronto, avvenuto venerdì 31 marzo (ultimo giorno utile per la firma del documento finanziario), tra la giunta Di Primio e il collegio dei sindaci revisori presieduto da Valerio D'Amicodatri (Rossano Marangione e Angelo Marrone, gli altri due componenti).

È una situazione che espone oggi il Comune a pesanti sanzioni, tra le quali l'abbassamento del 30 per cento degli stipendi a sindaco e assessori, ma soprattutto l'azzeramento dei contratti a tempo determinato di una trentina di dipendenti municipali. Non ultima, l'impossibilità di accendere nuovi mutui. La crisi di liquidità finanziaria di Palazzo d'Achille, prospettata sin dall'ottore scorso in una relazione di due ispettori del ministero dell'Economia, apre dunque un nuovo, delicatissimo capitolo nella gestione del bilancio da parte della maggioranza di centrodestra.

Il no dei revisori è giustificato dal fatto che la giunta Di Primio avrebbe sfondato per circa 38mila euro l'equilibrio finanziario, continuando a sostenere spese quando avrebbe dovuto invece operare tagli, in mancanza di entrate di bilancio sicure. Lo avrebbe fatto, ad esempio, ricorrendo a residui passivi incerti per finanziare la spesa corrente. La certificazione è stata firmata solo dal ragioniere capo e poi inviata al ministero. Il problema è che con le nuove disposizioni del governo, la certificazione del Patto di stabilità dei Comuni deve essere sottoscritta anche dai revisori.

Il sindaco l'ha presa male e accusa il collegio. Ma sembra davvero difficile pretendere da un organismo tecnico di esporsi a procedimenti penali (le nuove norme lo prevedono) pur di firmare atti su cui persiste un fondato dubbio di irregolarità.

«Chi sono i veri asini?». A chiederselo è oggi il segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti, che replica così a una battuta indirizzata nei giorni scorsi da Di Primio proprio ai consiglieri del centrosinistra, i quali avevano deciso di ricorrere al Tar per segnalare le presunte illegittimità dei bilanci municipali. «Il mancato rispetto del Patto di stabilità», afferma Iacobitti, «è un fatto gravissimo perché espone l'ente a pesanti sanzioni e paralizza ulteriormente la macchina amministrativa già provata dall'assoluta assenza di programmazione. Da tempo, segnaliamo gravi irregolarità provando dall'opposizione a suggerire soluzioni».

Iacobitti denuncia una «esplicita incapacità politica e amministrativa di sindaco e giunta che coprono le proprie lacune spostando l'attenzione al passato e poi gestendo l'amministrazione in modo approssimativo e spericolato, senza rintracciare le soluzioni necessarie. Lamentano fantomatici debiti ereditati, poi spendono più del possibile causando il mancato rispetto dei vincoli di bilancio che, di certo, non possono essere addebitati al passato o agli Ufo. È ora che tutta la maggioranza di centrodestra e Di Primio assumano le responsabilità del loro fallimento politico».

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