Chieti

I testimoni della strage di Chieti: «Il ragazzo correva a una velocità folle». E spunta un video choc del 2023

10 Giugno 2025

Il 27enne che ha causato lo schianto con 4 morti meno di due anni fa pubblicò su Instagram un filmato in cui percorreva a tutto gas le vie cittadine e si avventurava in pericolosi sorpassi. Saranno ascoltati anche i due fidanzati vivi per miracolo. Sulla Statale 656 arriverà l’autovelox

CHIETI.  Un boato, il rumore improvviso e assordante di un violento scoppio, poi auto che “volavano”. Utilizzano tutti le stesse parole i testimoni del tragico schianto che ha falciato quattro vite, avvenuto domenica intorno alle 17 sulla strada statale 656 dir, alle spalle dello stadio Angelini di Chieti. Ieri in due sono stati ascoltati dalla polizia municipale di Chieti, ed entrambi, definiti «attendibili e precisi» nella testimonianza, hanno riferito le stesse circostanze di una scena quasi surreale, con auto che dopo lo scontro «volavano a oltre un metro da terra». Nel frattempo a Chieti si parla della possibilità di installare un autovelox sulla statale teatro dell’incidente, mentre a Guardiagrele non si spegne il dolore per le tre vittime guardiesi, tutte molto conosciute. Sui social, invece, spunta un video pubblicato dal 27enne che avrebbe provocato l’incidente, Thomas Lorenzo Bojano. Il filmato del 23 ottobre 2023 lo mostra alla guida della sua auto mentre percorre la Colonnetta. Il ragazzo ha intitolato il video: “Sorpassi e controsterzi in quel di Chieti alta”. Oggi sono in programma le ispezioni cadaveriche da parte del medico legale Pietro Falco.

LE TESTIMONIANZE I vigili urbani non hanno potuto ascoltare il racconto del 24enne teatino alla guida della terza auto coinvolta nell’incidente. Il ragazzo, probabilmente ancora sconvolto, ha riferito di non sentirsi bene e ha rinviato la testimonianza. Stessa cosa ha fatto la fidanzatina che viaggiava con lui nella Ford Fiesta, auto che seguiva in direzione monti la Toyota Urban Cruiser con a bordo i tre fratelli di Guardiagrele, Sergio (83 anni), Bianca (80) e Maria (81) Liberatoscioli, morti sul colpo. La Ford Fiesta ha subito diversi danni, ma i due occupanti sono rimasti miracolosamente illesi. C’era una quarta auto che seguiva la Fiesta, il cui guidatore, noto professionista di Chieti, ha visto l’incidente in diretta. Alla guida di un’altra auto, che invece precedeva la Toyota, un altro professionista teatino, anche lui molto conosciuto in città, che ha visto l’incidente dallo specchietto. Entrambi sono stati ascoltati ieri dal vicecomandante della polizia municipale Fabio Primiterra.

LA DINAMICA Tutti e due hanno riferito che la Bmw classe 1 del 27enne di Lettomanoppello correva a gran velocità in direzione Chieti. Il guidatore che ha visto la scena dallo specchietto dell'auto, ha detto di aver notato la Bmw che correva a «folle velocità» e, per questo motivo, di aver controllato nello specchietto l’auto che «sfrecciava» lungo la Statale. Tutti e due i guidatori hanno poi riferito di aver visto la Bmw deviare verso sinistra lungo la corsia opposta in maniera progressiva e non repentina. Poi un forte rumore, descritto come uno scoppio, e le due auto che «volavano». L’invasione della corsia opposta non è stata effettuata per motivi di sorpasso. Forse un malore. Oppure una distrazione. «Mi unisco al cordoglio dei familiari di tutte le vittime di questo grave incidente stradale», dice Primiterra, tra i primi ad arrivare sul posto, «mi preme far rilevare che la sicurezza in strada è innanzitutto un tema antropologico, e dunque culturale. Definire questi eventi “incidenti” evoca casualità, sorpresa, fatti eccezionali: purtroppo, niente di più costante sulle nostre strade. Il nostro impegno professionale è finalizzato alla ricerca della verità, anche per il rispetto nei riguardi delle vittime. Ed è per questo che abbiamo posto in essere una serie di attività di accertamento: una meticolosa ricerca di elementi di prova che possano aiutare a stabilire la dinamica dell’incidente, il sequestro dei tre veicoli coinvolti e di telefonini, la richiesta degli accertamenti tossicologici e dell’ebbrezza alcolica, la ricerca di ulteriori elementi indiziari sulle condizioni psico-fisiche dei conducenti, l’audizione di ogni testimone che possa fornirci elementi sull’accaduto».

L’AUTOVELOX «A fronte del drammatico incidente lungo la Statale 656 il Comune, di concerto con la polizia locale, richiederà alla prefettura il posizionamento di un autovelox lungo l’arteria». Lo annunciano il sindaco Diego Ferrara e la comandante della polizia municipale Donatella Di Giovanni. «Agiremo al più presto», sottolineano, «siamo certi del riscontro della prefettura in termini di tempi e attenzione su una procedura delicata e complessa. Dopo i fatti di domenica, arriva l’urgenza di passare ai fatti, metteremo così nero su bianco la richiesta affinché il prefetto possa dare corso all’iter che porterà al decreto per lo spostamento dello strumento. L’incidente è stato uno dei peggiori registrati in città, per questo siamo vicini alle comunità di Guardiagrele e Lettomanoppello paesi di origine delle quattro vittime. A titolo di prevenzione avvieremo, inoltre, un monitoraggio sulla pericolosità delle strade teatine».

CORDOGLIO A GUARDIAGRELE Ha destato profonda commozione a Guardiagrele la notizia della scomparsa dei fratelli Sergio, Bianca e Maria Liberatoscioli. Sergio, dirigente medico in pensione del laboratorio analisi dell'ospedale guardiese; Bianca, nubile, insegnante di lettere, e l'altra sorella Maria, sposata con Romano Madonna e residente a Chieti, erano infatti molto stimati nella cittadina, figli dello scomparso e geniale don Palmerino, medico condotto, conosciutissimo in tutta la provincia per le sue avanguardistiche operazioni, eseguite nella clinica privata che fondò nel suo imponente palazzo in stile liberty. Sergio, ricordato nelle sua veste di medico sempre pronto a dare consigli, era appassionato di sci, pesca subacquea e, non ultimo, del popolare gioco del tressette, che da quasi cinquant'anni praticava ogni primo pomeriggio, con gli amici del bar Italia di via Roma.

GLI AMICI «Anche quel maledetto giorno dell'incidente», riferisce l’amico Enzo Scioli, «aveva giocato con noi la solita partitella, vincendola, come accadeva la maggior parte delle volte. Poi ci ha salutati dicendoci che doveva partire, non potevamo certamente però immaginare che sarebbe stato il suo ultimo viaggio. Di lui non potrò mai dimenticare, oltre che le nostre sfide a tressette, la rivalità nella pesca subacquea, con gli immancabili sfottò. Tanto che quando riuscì a pescare un pesce di gigantesche dimensioni venne ad attaccare le sue spine alla mia porta di casa". Anche lo scrittore e poeta Gino Primavera ricorda il dottore scomparso come una persona straordinaria, umile e sempre pronta al sorriso: «Per me», sottolinea Primavera, «è stato sempre un fratello maggiore, pronto a insegnarmi le cose più importanti della vita. È stato lui, per esempio, a insegnarmi a guidare l'auto, permettendomi, in gioventù, di fare insieme il giro d’Europa, con la mia Fiat 500 gialla».