I volontari del Fai riscoprono i gioielli di Chieti /Foto

Tour della città in cinque tappe: i volontari del fai prendono per mano turisti e residenti

CHIETI. Il Fai ci prende per mano e ci porta a (ri)scoprire gioielli. Con passione e impegno, l’associazione presieduta dall’avvocato Paolo Ciammaichella ha organizzato ieri un tour di cinque tappe: Santa Maria e Civitella, San Francesco Di Paola e quartiere Mater Domini, Sant’Antonio Abate e via Paradiso, Porta Pescara e Torre de’ Toppi, Sant’Agata e Trivigliano. In tanti hanno partecipato. Un grande teatino, il compianto Camillo Gasbarri, meglio di ogni altro ha saputo raccontare la città da riscopri. Lo ha fatto con un articolo che va letto e riletto. «A Chieti si passeggia soprattutto per il corso Marruccino, sostando sotto i portici, gustando bibite e gelati ai tavolini dei caffè; ed è giusto, perché l'arteria principale della città è veramente bella con i suoi antichi palazzi e le monumentali facciate delle chiese che vi si affacciano. Ma la città non è il corso, a pensarci bene; la sua vera vita, infatti, quella genuina, che bada alle cose concrete e non si appaga dell'apparenza, del comparire, si svolge altrove, e precisamente nel dedalo dei vicoli risonanti di voci e attività commerciali e artigianali, con le massaie prese dagli impegni domestici, tra il forno e il ciabattino, il fruttivendolo e il pizzicagnolo, mentre sui balconi altre donne stendono il bucato o conversano con le amiche giù per la strada. Provate a percorrere via dello Zingaro o via Toppi o via Ravizza e capirete che cosa voglio dire. E poi, se avete tempo, inoltratevi nelle viuzze, fino ad andare a riposarvi nei larghi che i nostri antenati a bella posta hanno strategicamente collocato tra una rua e l'altra. Nel rione di sopra, "lu quarte a mmonte", largo Carbonari, assolato e regolare nel suo rettangolo, chiuso tra edifici modesti e imponenti resti archeologici. Agli antipodi, "lu quarte a bballe", S. Maria, il vasto slargo di Porta Pescara, scenografico e prezioso tra le due porte; più appartato, immerso in un'atmosfera discreta quali si addice agli aristocratici, largo Sant'Agata, un piccolo gioiello di piazzetta racchiusa tra una facciata duecentesca, un palazzo barocco e un nobile edificio a elle. Infine, se vi trovate a scendere per Mater Domini, piegate a sinistra all'altezza delle torri di palazzo Martinetti e sarete compensati da Largo Cremonesi, una deliziosa oasi in forma di teatro, un piccolo spazio in dolce declivio su cui si aprono loggette e fioriti balconcini accarezzati dallo scroscio di una fontanina. Anche questa, o forse proprio questa, è Chieti».

Camillo Gasbarri

(da Palazzi storici e famiglie

illustri di Chieti, Ed. Noubs)