SAN VITO

Il libro di Cupido racconta la storia dei trabocchi

SAN VITO. È la memoria storica di San Vito, spettatore e protagonista di tutto quello che accade sotto l'ombra dei trabocchi, delle ginestre e dei balconi affacciati sul mare di questo angolo della...

SAN VITO. È la memoria storica di San Vito, spettatore e protagonista di tutto quello che accade sotto l'ombra dei trabocchi, delle ginestre e dei balconi affacciati sul mare di questo angolo della costa frentana di rara e stupefacente bellezza. Pietro Cupido, "sandivitare purosangue", così come ama definirsi, ha scritto moltissimo su San Vito e i suoi trabocchi. E ricorda benissimo Masino, Tommaso Verì, uno degli ultimi traboccanti, scomparso nei giorni scorsi all'età di 91 anni nella vicina Rocca San Giovanni. «Masino è una figura importantissima per la costa frentana»racconta Cupido, ex dirigente industriale «perchè assieme a pochi altri è stato colui che ha vissuto della pesca del trabocco. Ha lottato per queste straordinarie macchine da pesca anche quando un'imposizione della Capitaneria di porto decise che i trabocchi dovevano essere abbattuti perchè arrecavano danno al transito dei mezzi meccanici sottocosta». Ma Masino, precisa Cupido, lucidissimo nella sua analisi storica e antropologica del territorio «non era, come si è detto, il ragazzetto descritto da d'Annunzio. Quel fanciullo era Luigi Di Cintio, figlio del proprietario di un trabocco che poi venne chiamato Turchino, proprio perchè quel bimbo era piccolino e scuro di carnagione come un turco, da lì il toponimo Turchino». Di queste e altre storie Cupido racconta nel libro "Trabocchi, traboccanti e briganti" che verrà presentato, su iniziativa del Cai, il 10 ottobre alle 21 nella biblioteca di via Dei Frentani a Lanciano. «Studio i trabocchi da quando ero bimbo» dice Cupido «sono la testimonianza vivente di un'arte unica nel mondo, appartenente solo a questa terra». (d.d.l.)

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