Il medico legale: lieve la pressione sul collo

16 Maggio 2013

L’autopsia rileva una sofferenza cardiaca della vittima e fratture alle ossa del torace

CHIETI. La pressione delle dita sul collo della vittima non sarebbe stata così forte come si sospettava in un primo momento. É uno dei particolari che è venuto fuori dall’autopsia eseguita ieri mattina dal medico legale Cristian D’Ovidio, che aveva esaminato il corpo di Arcangelina Silvestri anche appena dopo la tragedia.

Ma ad un esame più approfondito risulta che la ex maestra non ci ha messo molto a morire. Una pressione breve e neanche tanto pesante quella impressa dal figlio Domiziano e Arcangelina ha esalato l’ultimo respiro. La donna aveva un cuore grande. Ma a parte la sua sicura bontà come affermano parenti e amici, la sovradimensione dell’organo rivela una sofferenza cardiaca che le ha accelerato la morte.

Un particolare che potrebbe andare a vantaggio della posizione del figlio. Domiziano in fondo non la voleva uccidere, fuori di sè, è bastato metterele mani al collo, praticare una leggera pressione per procurarle la morte. Tuttavia il medico legale ha potuto riscontrare che la anziana aveva anche le ossa della gabbia toracica fratturate. Di Domizio nel metterle le mani al collo potrebbe aver puntato il ginocchio o il gomito sul torace tanto da fratturarle il costato. Un atteggiamento che riporta la bilancia verso l’efferatezza dell’omicidio.

L’esame autoptico è terminato nelle prime ore del pomeriggio. E la relazione sarà consegnata entro i prossimi due mesi.

Intanto l’uomo resta in carcere e la difesa, rappresentatata dall’avvocato Sicari, probabilmente punterà sullo stato di salute psichica dell’assistito.

In cura al centro di igiene mentale, e con alcuni tentativi di suicidio, non è esclusa la semi infermità mentale.(k.g.)

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