Il Museo universitario fa 30 anni Capasso: una struttura affidabile
La ricorrenza festeggiata insieme all’uscita del direttore che, sulla soglia dei 70 anni, va in pensione «Questo sogno è nato sull’autobus Chieti-Roma in un colloquio tra me e l’allora preside Cuccurullo»
CHIETI. Auditorium del Museo universitario strapieno ieri pomeriggio per il trentennale dalla nascita, un anniversario dalla valenza duplice perché è stato l'ultimo del direttore, ideatore e promotore del Museo, Luigi Capasso. L'antropologo di fama internazionale, alla soglia dei 70 anni va in pensione e dunque non risponderà al bando dell'ateneo per la ricerca del nuovo direttore. La corsa alla direzione è già partita e probabilmente il rettore Liborio Stuppia annuncerà a breve il nuovo nome. Il trentennale del Museo è stato celebrato presentando al pubblico una nuova esposizione: una spada giapponese risalente al XVI secolo, parte integrante della donazione della famiglia Valignani. Si tratta di un oggetto simbolico, appartenuto a padre Alessandro Valignano (primo “ambasciatore” in Giappone e in Cina). La presentazione si è svolta alla presenza dell’ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, Akira Chiba. Ma la cerimonia di ieri è stata anche il commiato dall'uomo che ha pensato e voluto alla d'Annunzio un museo universitario. «Ho scoperto che l'ateneo d'Annunzio è nato dentro a un museo, visto che l'atto di costituzione nell'autunno del 1961 è stato siglato all'interno del Museo archeologico nazionale. Il Museo universitario, invece, potremmo dire che è nato su un autobus: quello che da Chieti porta a Roma».
Il professore racconta in questo modo la genesi del suo museo. Sul bus per Roma negli anni '90 salivano lui, all'epoca dipendente del ministero dei Beni culturali, e l'allora preside della facoltà di Medicina della d'Annunzio, Franco Cuccurullo. «Ci sedevamo vicini sul bus di linea e così ha preso vita il sogno di realizzare un museo». Sogno che diventa realtà nel 1994 con la prima mostra temporanea a Palazzo De Pasquale e poi ancora con il decreto del rettore Uberto Crescenti che nel 1996 istituisce il museo della facoltà di Medicina, che poi diventa Museo dell'università d'Annunzio. Dal 2006 (anno in cui viene introdotto un biglietto d'ingresso) a oggi, il museo ha visto 170mila biglietti staccati, cifre che fanno ipotizzare circa mezzo milione di fruitori totali. Numeri importanti: «Il Museo costituisce la memoria storica di questo territorio», dice Capasso, che guardando indietro ha un unico rammarico, non essere ancora riuscito ad avere l'accreditamento nazionale. «Manca solo un documento e poi saremo il primo museo universitario a centrare questo importante obiettivo». Ma questo sarà affare di chi lo sostituirà. «L'augurio che faccio al prossimo direttore è quello di mantenere la stabilità del museo, perché stabilità significa affidabilità», conclude il professore. (a.i.)