Il principe Emanuele Filiberto visita Lanciano: «Amo l’Abruzzo»

foto di Federica Roselli
Il nipote dell’ultimo re d’Italia, ieri in città, scopre il nostro territorio: «Sapevo che mi sarebbe piaciuto»
LANCIANO. «Sono rimasto in esilio per più di 30 anni, quindi è bellissimo per me viaggiare alla scoperta della provincia italiana». È a Lanciano per la prima volta Emanuele Filiberto di Savoia, che in molti continuano a chiamare “principe” anche se i titoli nobiliari in Italia non sono più riconosciuti. Negli anni si è costruito l'immagine di personaggio televisivo, che gli vale ancora un discreto seguito come dimostrano i tanti curiosi che ieri mattina hanno atteso il suo arrivo in piazza Plebiscito. Distinto, cortese, elegante, il nipote dell'ultimo re d'Italia dispensa strette di mano e sorrisi e non si nega agli immancabili selfie. All'ingresso del palazzo municipale lo ricevono il sindaco Filippo Paolini, il vice Danilo Ranieri, gli assessori e la presidente del consiglio comunale Gemma Sciarretta, che gli donano tre volumi editi dalla storica casa editrice Carabba.
Nella sala giunta c'è anche l'incontro con Chiara Micaletti, figlia di Luigi, grande appassionato della monarchia e guardia d'onore alle Reali tombe del Pantheon, che mostra ad Emanuele Filiberto una preziosa raccolta sulla monarchia ed altri cimeli. «Mio papà dovette prenotare questo libro, pagato all'epoca 3 milioni di lire, ne esistono solo 99 copie», racconta Chiara, «la bandiera, di pura seta, invece fu un dono del re: avrà avuto 11-12 anni quando mio padre si perse per Roma con il gruppo scout. Passò la carrozza del re, si fermò e chiese ai ragazzi cosa fosse successo: disse loro di stare tranquilli, li fece rifocillare e li riaccompagnò al campo, donando a mio padre la bandiera che io ho fatto incorniciare».
«È bellissimo per me girare l'Italia», dice l'erede di Casa Savoia che si trova in Abruzzo in visita alle delegazioni degli ordini dinastici del centro Italia, «ho avuto la fortuna di poter scoprire l'Italia ad un'età già matura, in cui potevo capire le bellezze che avevo intorno. Sono molto felice di fare nuove scoperte e di incontrare i concittadini, da cui ho sempre bellissime accoglienze. Passo spesso per l'Abruzzo, avendo casa in Umbria. Qui si sta bene, la gente è accogliente. Lanciano non l'avevo ancora mai vista, ma i miei delegati regionali mi conoscono e sanno che mi sarebbe piaciuta».
Tra gli interessi del principe c'è sicuramente quello legato al mondo del calcio che trova altri punti di contatto con Lanciano, dove da anni si cerca di riportare ai vecchi fasti la squadra rossonera. «Mi costa già abbastanza la mia», risponde Emanuele Filiberto a chi, scherzosamente, gli propone di supportare la formazione locale, «sono proprietario del Savoia Fc di Torre Annunziata. C'erano state interferenze camorristiche e dovevano chiudere. Ho deciso di acquistare la squadra e di lanciare un progetto per i giovani, un'accademia sportiva per toglierli dalla strada. Sono appassionato di calcio, ma a queste squadre bisogna starci dietro, costano caro».
Dopo l'accoglienza in Comune, Emanuele Filiberto inizia un itinerario turistico attraverso il santuario del Miracolo eucaristico, accolto da padre Santino Verna, il percorso sotterraneo ed archeologico che da San Legonziano porta all'auditorium Diocleziano, il Museo diocesano. A completare la giornata frentana, la visita alla bellissima abbazia di San Giovanni in Venere, a Fossacesia, e il pranzo su un trabocco.
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