Il rebus di Serre e Cerratina «I terreni sono coltivabili?»

Salute e ambiente nei luoghi vicino agli impianti di smaltimento dei rifiuti L’avvocato Sacco: «Molti dei prodotti delle due zone finiscono sui mercati»

LANCIANO. «Si può coltivare nei terreni a ridosso delle discariche di Cerratina e Serre? Si possono mangiare quei prodotti? Si può vivere in quelle zone?». Sono le domande a cui chiede di rispondere Errico Sacco, residente della zona dove sono insediate le due discariche e avvocato di alcune famiglie di Serre, l’ex discarica consortile che rappresenta tutt’ora una bomba ecologica perché, nonostante sia stata chiusa 19 anni fa, è ancora attiva. Sacco è intervenuto nel dibattito sui risultati del questionario promosso e finanziato dall’Unione europea per comprendere gli effetti su salute, ambiente, società ed economia dei territori dove risiedono le discariche. Oggetto dell’indagine sono stati i comuni di Lanciano e Arezzo. Dai primi dati è emerso che la percezione dell’impianto nella popolazione è buona, che l’aria è pulita e la qualità del suolo buona.

«In realtà», dice Sacco, «la zona di Serre e Cerratina, località che distano tra loro 500 metri, è insalubre, caratterizzata in certe ore del giorno da odori nauseabondi. Quanto alla salute di chi ci abita, circa 200 persone», prosegue l’avvocato, «occorre premettere che molti di loro hanno trovato lavoro nella discarica e che, per diretta conoscenza, ci sono diversi casi di tumori al colon e malattie alle vie respiratorie».

Secondo l’analisi guidata dai ricercatori della Fondazione Negri Sud, tuttavia, in 10 anni non c’è stato un aumento dell’incidenza tumorale. «Si è studiata un’area di un raggio di 10 chilometri», insiste Sacco. «Plaudo a questo studio, il primo del genere sul territorio, ma le analisi andrebbero proseguite e applicate alla cerchia ristretta dei residenti di quelle zone».

Per Sacco, dal momento che «la maggior parte dei prodotti ortofrutticoli, proviene da Serre e Cerratina, in ragione della presenza di impianti consortili di irrigazione» occorrerebbe «vietare qualsiasi tipo di insediamento: agricolo, produttivo, residenziale. In alternativa», conclude, «avuto riguardo delle sorti della discarica di Serre e Semataf (altro impianto chiuso, ma potenzialmente insalubre della zona, ndc), programmare l’immediata chiusura di Cerratina prevedendo il necessario per garantirne la corretta gestione nel periodo successivo».

Daria De Laurentiis

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