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Il Renzetti terra di nessuno «Due vigilanti non bastano»

LANCIANO. Furti che si susseguono senza freni in quasi tutti i reparti. Tossicodipendenti che cercano riparo nei sotterranei o nei sottotetti. Sottotetti diventati persino rifugio per Manolo Iocco,...

LANCIANO. Furti che si susseguono senza freni in quasi tutti i reparti. Tossicodipendenti che cercano riparo nei sotterranei o nei sottotetti. Sottotetti diventati persino rifugio per Manolo Iocco, arrestato ieri dai carabinieri per sequestro di persona, rapina e furto, nel sottotetto della palazzina della Neurologia dove si era rifugiato.

L’ospedale Renzetti dal punto di vista della sicurezza è ormai diventato troppo vulnerabile. Occorre porre un freno tant’è che nella sede della Asl, a Chieti, si sta organizzando un incontro tra tecnici, vigilanti e dirigenti per trovare una soluzione e innalzare il livello di sicurezza di un ospedale che non è facile da controllare.

Già, perché il Renzetti è strutturalmente complesso, fatto di più palazzine, con molteplici accessi, collegati da un labirinto di corridoi. È fatto di sotterranei accessibili da più punti, di reparti che hanno diversi ingressi e soprattutto non hanno porte allarmate.

«Si assiste a un impennata di atti delinquenziali nel presidio», dicono dalla sede Asl, «soprattutto di furti e tentati furti. L’ultimo l’altra sera, alle 19,30, quando qualcuno ha tentato di sfondare una porta per frugare negli armadietti del personale di Ginecologia. Siamo a livelli incredibili visto che i furti avvengono di giorno e nell’orario di visita ai pazienti. E così è difficile fare controlli».

Molti i furti avvenuti in Pediatria, Ostetricia-Ginecologia e Geriatria. Non si può neanche più poggiare una borsa per salutare un malato che si rischia di girarsi e non trovarla più. E i ladri sono anche molto arditi. Un signore racconta che era in Geriatria a salutare un parente quando è entrata una donna che si è finta nipote del malato nel letto accanto il suo parente, molto anziano e poco vigile. E dicendo: « Sì zio, ti prendo la borsa, i panni», frugava nell’armadietto. È fuggita appena i familiari sono entrati e l’hanno vista frugare nel ripostiglio. Incredibile. Servono maggiori controlli.

«Siamo consapevoli dei disagi», dicono dalla direzione sanitaria, «e cerchiamo di fare il possibile. Non è facile controllare un ospedale grande e con tanti accessi come il Renzetti. I vigilanti ci sono ai due ingressi principali, ma non è che possiamo farli girare tra i reparti e nell’orario delle visite».

Una soluzione era stata prospettata due anni fa dal Nursing Up, sindacato autonomo degli infermieri, dopo i furti in Otorino e Ginecologia, dove gli spogliatoi del personale erano all’esterno dei reparti: sistemare le telecamere per la videosorveglianza. Il sindacato non ebbe risposte.

Teresa Di Rocco

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