atessa. il documento del comitato ristretto e l’intervento di borrelli 

«Il San Camillo ancora nel limbo» Il sindaco striglia il manager Asl

ATESSA. Nel recente incontro del comitato ristretto dei sindaci, al quale hanno partecipato i primi cittadini di Chieti, Diego Ferrara; Vasto, Francesco Menna; Ortona, Leo Castiglione; Atessa, Giulio...

ATESSA. Nel recente incontro del comitato ristretto dei sindaci, al quale hanno partecipato i primi cittadini di Chieti, Diego Ferrara; Vasto, Francesco Menna; Ortona, Leo Castiglione; Atessa, Giulio Borrelli; Casoli, Massimo Tiberini, oltre alle considerazioni preliminari e generali sull'operato del direttore generale della Asl, Thomas Schael, si è parlato anche delle strutture ospedaliere.
Nella sua relazione, Borrelli ha fatto una "fotografia" dell’ospedale di Atessa. «La medicina territoriale ha trovato sistemazione nel San Camillo, occupando quasi tutti gli ambienti e assorbendo personale ospedaliero. Il Pta, che può essere ospitato, secondo le ultime disposizioni normative, anche in una struttura ospedaliera, se ha ingressi e spazi separati dal presidio ospedaliero, ha fagocitato il nostro nosocomio. Il pronto soccorso è diventato presidio di pronto intervento. La medicina ospedaliera è stata smantellata e alcuni medici e infermieri sono passati al territorio».
Per quanto riguarda il riconoscimento del San Camillo quale presidio ospedaliero al servizio di area disagiata, Borrelli ha puntualizzato: «È ancora nel limbo perché, come sappiamo, la riprogrammazione della rete ospedaliera abruzzese è ferma al tavolo romano di monitoraggio. Lo stallo resterà finché la Regione non darà risposte esaustive alle osservazioni e alle richieste avanzate da Roma. Le obiezioni non riguardano, comunque, il presidio di Atessa che potrebbe trovare quindi pieno e immediato riconoscimento. Tenuto conto dell’edificio di oltre 10.000 mq su tre piani e dell’esistenza di moderne sale operatorie, Atessa potrebbe diventare un caso esemplare, nel centro Italia, di struttura mista in cui accanto alla medicina territoriale convive un piccolo presidio ospedaliero al servizio di un ampio e disagiato territorio pedemontano e montano. Ad ogni modo, in attesa del “via libera” da parte di Roma alla riprogrammazione ospedaliera (di cui Atessa è solo un piccolo tassello), non si può pregiudicare la situazione attuale trasformando tutto il San Camillo in Pta e venendo così meno a decisioni già prese dalla Regione e inserite nella riprogrammazione ospedaliera. Spetta alla Regione, ma anche a Schael, rispettare la riprogrammazione e fare in modo che l’ospedale possa diventare davvero un esempio virtuoso di struttura mista ospedaliera-territoriale». (m.d.n.)
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