Indagato per terrorismo islamico, cade l’accusa: liberato un tunisino 39enne

Taha Boudetta, operaio di origine tunisina ma residente a Fresagrandinaria, era finito in carcere per proselitismo su facebook, dopo le accuse per terrorismo di stampo islamico. Cadute le accuse e restando in piedi l’apologia, sono scaduti i tempi della misura cautelare
FRESAGRANDINARIA. Taha Bouddetta, 39 anni, l’operaio di origine tunisina residente a Fresagrandinaria, finito in carcere a maggio 2024 per proselitismo su Facebook, è tornato ad essere un uomo libero. Le porte del carcere di Sassari si sono aperte per lui venerdì scorso. Bouddetta, arrivato in Italia tramite un programma di protezione per i rifugiati, subito dopo il suo arresto era stato trasferito nel carcere sardo. Nei prossimi giorni è previsto il suo ritorno a Fresagrandinaria, il paese del Vastese in cui viveva con la moglie prima della disavventura giudiziaria. Caduta l'accusa di associazione terroristica e restando in piedi solo l'apologia, sono scaduti i tempi massimi della misura cautelare. Soddisfatto il difensore dell'uomo, l'avvocato Carmine Petrucci.
Il 39enne ora potrà riabbracciare la moglie Aisha che lo sempre difeso. «Mio marito è innocente, la verità verrà fuori», ripete da mesi la donna. «Non c’è niente davvero. Su Facebook uno può avere tanti amici. Ma se uno è cattivo non è detto che lo sei anche tu. Mio marito è tranquillo, lavora e non ha fatto niente». Le accuse per il cittadino tunisino erano molto gravi: terrorismo di stampo islamico e proselitismo attraverso oi social. Tuttavia, sia la Cassazione che il tribunale del Riesame hanno annullato l'ordinanza. A carico del 39enne resta in piedi solo l'accusa prevista dall'articolo 414 del codice penale, ossia istigazione a delinquere. L'avvocato Carmine Petrucci è al lavoro per fare annullare anche questa accusa. Bouddetta è arrivato nel comune del Vastese con un programma di protezione dedicato ai rifugiati. L'uomo si sarebbe rivolto ai suoi collegamenti social, molti dei quali in lingua araba, presenti sul territorio nazionale, pubblicando immagini antisemite e antioccidentali. Il 27 giugno 2024, il tribunale dell'Aquila, sezione del Riesame, aveva confermato l'ordinanza cautelare. Il difensore Petrucci ha impugnato l'ordinanza cautelare contestando le accuse con un minuzioso e dettagliato resoconto.
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