Indennizzi mai pagati a 18 infermieri Condannata la Asl

VASTO. Promette un indennizzo economico ai dipendenti per invogliarli a presentare domanda di trasferimento, ma non mantiene l’impegno. Una violazione del principio di “correttezza e buona fede” per...

VASTO. Promette un indennizzo economico ai dipendenti per invogliarli a presentare domanda di trasferimento, ma non mantiene l’impegno. Una violazione del principio di “correttezza e buona fede” per il giudice del lavoro del tribunale di Vasto, Caterina Salusti, che ha condannato la Asl a corrispondere una somma netta di 800 euro l’anno a testa ai ricorrenti, in tutto 18 tra infermieri professionali, Ota (operatore tecnico assistenziale) e ausiliari specializzati.

La somma, comprensiva di interessi e rivalutazione monetaria, decorre dal settembre 2010 ad oggi. A inchiodare l’Azienda sanitaria - che convenuta in giudizio ha chiesto l’integrale rigetto del ricorso deducendo l’assoluta infondatezza della richiesta economica formulata - è stato proprio l’avviso interno indetto nell’agosto 2010 con il quale venne avviata una procedura di mobilità su base volontaria per il personale degli ospedali di Gissi e Casoli.

Nel documento la direzione generale comunicava di aver “già avviato la procedura per la determinazione di un indennizzo economico, la cui somma è in definizione tra la parte pubblica e quella sindacale, a favore di coloro che cambiano la sede lavorativa”.

I 18 dipendenti si affrettarono a presentare domanda, invogliati dalla promessa dell’indennizzo economico che avrebbe in parte ristorato le spese per gli spostamenti, ma anche per paura di essere trasferiti in presidi e strutture più distanti dall’ospedale di Vasto. «Ai lavoratori che hanno cambiato sede non è stato corrisposto nulla», spiegano gli avvocati Katia Basilico e Luigi Pignatelli, che hanno curato il ricorso.

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