la società degli acquedotti

L’Isi verso lo scioglimento, tassa di 2 mila euro ai Comuni

LANCIANO. Costerà 150mila euro lo scioglimento dell’Isi, società del patrimonio delle reti idriche, ossia circa 2mila euro a Comune, anche se alcuni enti locali più grandi come Lanciano, Vasto...

LANCIANO. Costerà 150mila euro lo scioglimento dell’Isi, società del patrimonio delle reti idriche, ossia circa 2mila euro a Comune, anche se alcuni enti locali più grandi come Lanciano, Vasto Ortona, che detengono un numero maggiore di quote societarie, pagheranno di più. Lo sostiene Vincenzo Antonucci, presidente dell’Isi, dopo gli attacchi dei comitati dell’acqua che chiedevano di porre fine all’annosa questione della fusione Isi-Sasi (società che gestisce il servizio idrico). E chiedevano chiarimenti del perché, quando l’incorporazione dell’Isi nella Sasi sembrava cosa fatta e si doveva solo decidere quando chiudere l’operazione, l’assemblea della Sasi del 7 ottobre scorso ha deciso che l’Isi doveva sciogliersi e ha rimesso tutto in discussione. Senza pensare che la Regione dall’aprile 2011 ha imposto che venga sciolta l’Isi e minacciato il commissariamento.

La liquidazione. «Lo sciogliemmo è la strada meno onerosa, più semplice», precisa Antonucci, «e il modo migliore per contemperare le ragioni di Sasi, Isi e Regione. Infatti, attraverso lo scioglimento dell’Isi, il patrimonio sociale (le reti, ndc) del valore di 76 milioni di euro, non viene depauperato ma ritorna ai Comuni-soci Isi, acquista la natura demaniale e viene concesso per legge e gratuitamente al concessionario Sasi». Non ci saranno quindi costi da sostenere per il passaggio delle reti: gli utenti non vedranno aumentare la bolletta. Poi la liquidazione è meno onerosa della fusione. «I Comuni possono beneficiare dei vantaggi fiscali concessi dal governo a maggio con la legge 2 maggio 2014, n. 68», precisa Antonucci, «che prevede di non pagare tasse e imposte salvo l’Iva in sede di scioglimento e messa in liquidazione. Il costo dell’Iva in questo caso è di 150mila euro da dividere in 76 Comuni-soci e in base alle quote di ciascun Comune».

I costi. Quindi ogni Comune dovrà versare circa 2mila euro. Lanciano e Vasto di più, perché detengono più quote, mentre i comuni più piccoli. Di conseguenza quanto affermato dall’Agenzia delle entrate nell’agosto 2013, ossia che tra plusvalenze, Iva e tasse lo scioglimento costava tra 4 e 11 milioni di euro, è da cestinare.

La scadenza. Infine Antonucci ha anche fissato la data dello scioglimento: il 22 dicembre 2014. Giorno dell’assemblea straordinaria dei soci Isi che, alla presenza di un notaio, delibereranno lo scioglimento e la messa in liquidazione della società. Perché dicembre? Perché nel frattempo i 76 consigli dei Comuni-soci devono deliberare lo scioglimento. E le delibere vanno portate poi in assemblea. (t.d.r.)

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