La Cisas: poco personale al San Giovanni

Istituti riuniti, allarme del sindacato sui carichi di lavoro pesanti denunciati dagli infermieri

CHIETI. Istituti riuniti, la Cisas chiede chiarezza su turni e carenza di personale sanitario. In una lettera al presidente dell'ente, Federico Gallucci, e per conoscenza inviata, tra gli altri, anche al commissario straordinario per la sanità abruzzese, Gianni Chiodi, il segretario provinciale Ginevra Nardone e il dirigente territoriale della Confederazione italiana sindacati addetti ai servizi, Massimo Cocciola, chiedono che sia fatta luce sui carichi di lavoro per chi offre assistenza agli ospiti. «La carenza di personale infermieristico» dicono Nardone e Cocciola, constatabile dai turni di lavoro e che vede da molto tempo una sola unità infermieristica nel turno di notte e, altresì, l'assenza di un idoneo aggiornamento professionale degli operatori socio sanitari, chiamati a breve rotazione dalle agenzie di lavoro interinale, per i quali non è previsto un training formativo di affiancamento, costituiscono elementi di criticità nei reparti dell'ente, dove sono ricoverati assistiti affetti da pluripatologie».

Gli Istituti Riuniti, dunque, finiscono sotto la lente di ingrandimento del sindacato, in giorni in cui non mancano polemiche sulla gestione. L'ultima pubblicata ieri sul Centro, in cui l'ex amministratore comunale Felice Tomeo critica Gallucci per aver snaturato la mission della struttura, vocata principalmente ad anziani disabili e poveri.

Ora rincara la Cisas, con la necessità di fare chiarezza su turni e personale e annotando anche l'assenza di un piano di assistenza infermieristica. «E' un elemento irrinunciabile», continua Cocciola, «con il quale valutare il livello di assistenza richiesto dal paziente e per mezzo del quale desumere quello essenziale da garantire. Allo stesso tempo negli Istituti riuniti la classificazione dei ricoverati è di massima, mentre andrebbero adottati, come da protocollo del sistema di classificazione dei malati, criteri relativi ai loro bisogni fondamentali e classificati attraverso l'uso di una scheda suddivisa in categorie: indipendenti, semi-indipendenti o completamente dipendenti. La diversificazione degli assistiti in 3 gruppi di dipendenza, secondo la natura dell'assistenza richiesta, permette un'assegnazione di personale per numero e qualifiche in funzione della loro formazione».

Tutti aspetti da chiarire, per far quadrato in particolare sul lavoro che grava sul personale sanitario. «La misurazione del carico di lavoro», concludono Nardone e Cocciola, «del personale infermieristico, della riabilitazione e di quello socio-sanitario, si rende indispensabile per definire la nuova dotazione organica degli istituti, ente definito dalla Regione prevalentemente sanitario».(s.b.)

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