Lanciano, Comune nel mirino: la Procura indaga sulle assunzioni

Ipotizzato il reato di abuso d'ufficio. Il sindaco Paolini non ci sta: "Sono solo gelosie"

LANCIANO. Finisce nelle mani della polizia giudiziaria della Procura la lettera anonima che da qualche giorno sta sollevando polemiche e irritazione all'interno del Comune. Nella missiva si parla di presunte irregolarità nelle assunzioni pubbliche. Ma il sindaco non ci sta.

«Di solito le lettere anonime le cestino», afferma Filippo Paolini, «anche perché non è la prima volta che qualcuno compie un gesto simile. C'è sempre chi sviluppa gelosie e invidie all'interno del Comune, e questo è un modo per esprimerle, tra l'altro anche con un linguaggio di una volgarità unica».

Ed effettivamente la lettera inviata ai capigruppo in consiglio comunale, alla Procura e alla Corte dei conti, non usa mezzi termini.
Si parla di «una situazione di dubbia legalità» in cui verserebbe il Comune «dall'ascesa al governo di Paolini». Non mancano attacchi diretti nemmeno all'assessore al Personale Ermando Bozza, accusato «di spadroneggiare».

L'oscuro scrittore elenca poi i casi secondo lui «più eclatanti a fondamento della denuncia». Una lista di nomi e cognomi di uomini e donne, dipendenti pubblici, correlata da qualche riga di "spiegazione".
C'è chi viene accusato di essere stato reclutato con procedure «di incerta regolarità», offrendo in cambio «un certo corrispettivo di voti», e chi, sempre secondo l'anonimo, «abusa dei propri poteri, con richieste pecuniare a danno degli utenti».

Scorrendo la lettera si legge poi di casi di richiesta di mobilità «di discutibile chiarezza» da un'azienda verso il Comune, di «favori» che sarebbero stati fatti per venire incontro a richieste di carattere personalistico, come pure di collaborazioni che negli anni sarebbero state assegnate.

Le volgarità di cui parla il sindaco Paolini sono sparse qua e là nella lettera e sono rivolte a persone in qualche modo collegate al Comune, come dipendenti o collaboratori, e sono cose del tipo: «...dietro prestazioni corrispettive differenziate a seconda del sesso del malcapitato», o anche «intratteneva relazioni di natura sessuale all'interno dei locali dell'azienda».

L'ignoto termina la liste delle sue accuse affermando di essere «stufo di vedere sopraffatta la legalità dall'arroganza» e chiedendo che «giustizia venga fatta». Il sindaco da parte sua ribadisce che tutto «è stato fatto con assoluta regolarità». Ora sarà la Procura ad accertare se è esistita una condotta illecita o illegittima. Nel caso, l'ipotesi di reato potrebbe essere quella di abuso d'ufficio.

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