Lanciano, i malati di sclerosi curati nei corridoi del Renzetti

Almeno 500 pazienti costretti a sottoporsi alle terapie su una sedia. Il consiglio comunale discute dei tagli all’Adi

LANCIANO. «Vorremo solo una stanza, un piccolo spazio in cui poter fare la terapia senza sguardi indiscreti. Vorremo solo un po’ di privacy». È la richiesta che A.V., paziente affetta da sclerosi multipla, rivolge alla direzione sanitaria dell’ospedale Renzetti. Una richiesta, una invocazione d’aiuto che unisce i circa 500 pazienti frentani curati nel centro di sclerosi multipla che il Renzetti ospita nel reparto di neurologia. Un centro avanzato, dove si somministrano anche terapie innovative, ma che purtroppo deve fare i conti con spazi ristretti. Anzi, con la mancanza di spazi.

Ed è qui che nascono i disagi. «Ho scritto lettere, inviato raccomandate per risolvere il problema», racconta la donna a nome dei tanti utenti, «l’ultima raccomandata l’ho inviata alla direzione a gennaio perché sono due anni che la situazione non migliora. Abbiamo medici eccellenti, infermieri e personale disponibili, da encomiare, ma non abbiamo spazi. Siamo curati nel corridoio. La terapia, via endovena, ci viene somministrata seduti su una sedia, attorno al tavolo del corridoio. La terapia», continua la signora, «dura circa 5-6 ore, quindi capita che mentre siamo con la flebo entrino degli estranei, ossia familiari e amici dei pazienti ricoverati nel reparto e ci troviamo addosso decine di occhi indiscreti. Vorremo un po’ di privacy soprattutto per i minorenni e i giovani che non vogliono far sapere della loro condizione per non rischiare il posto di lavoro».

La donna specifica che nell’unità c’è una stanza per il day hospital e che quando è possibile viene loro concessa. «Quando è possibile abbiamo la stanza, con un letto e 4 sedie ma ogni volta siamo in 5-6 a fare la terapia e quindi quei posti non bastano. Spesso sono occupati per le emergenze e quindi ci troviamo per il corridoio. Il centro di sclerosi funziona, non vogliamo accusare nessuno, solo avere uno spazio piccolo dove curarci dignitosamente».

Una richiesta più che giusta per chi si trova a dover già fare i conti con la malattia e magari anche con la sospensione del servizio di assistenza domiciliare integrata. Alcuni malati di sclerosi hanno infatti dovuto ripresentare la domanda per riottenere l’Adi dopo la sospensione del servizio decisa dalla direzione del distretto sanitario di Lanciano, intenta a rivedere tutti i 1.115 casi di Adi concessi in città.

E di Adi, della sospensione del servizio che ha gettato nel panico centinaia di pazienti, si parla oggi nel consiglio comunale. La giunta ha chiesto l’audizione in consiglio del manager Asl, Francesco Zavattaro, e della responsabile del distretto sanitario, Rosa Borgia, per capire se la sospensione dipende da una scelta aziendale.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA