Lanciano, il terreno confiscato diventa un orto urbano

Il 12 la cerimonia di consegna al Comune con il procuratore generale antimafia. Nuovo patto istituzioni-scuole per l’educazione alla legalità degli studenti

LANCIANO. Diventerà un orto urbano il terreno confiscato dalla Procura e che tra pochi giorni sarà consegnato al Comune. È la prima volta che, a Lanciano, un’amministrazione comunale riceve un terreno confiscato alla criminalità organizzata. Si tratta di un appezzamento di 760 metri quadrati, in contrada Villa Andreoli, dotato di un pozzo, con annesso immobile di 200 metri quadrati del valore complessivo di 125mila euro, confiscato a una persona condannata per concussione. «Lo scorso febbraio abbiamo deciso in consiglio comunale di destinare il terreno ad orto urbano», dice il sindaco Mario Pupillo, «potrà essere coltivato dalla gente dietro al pagamento di un piccolo canone. È un uso sociale, quindi, come previsto dalla legislazione antimafia. Sull’immobile valuteremo il da farsi. Siamo pronti ora a ricevere il terreno dalla Procura».

La donazione effettiva avverrà il prossimo 12 dicembre nell’auditorium Gennaro Paone della Bper, in viale Cappuccini. Per l’occasione sarà organizzato un incontro sulle mafie con il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, Davide Pati, responsabile per i beni confiscati alla mafia di Libera, l’associazione guidata da don Ciotti, e con Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, per la prima volta in città. Il terreno quindi, dopo un anno travagliato tra presa in possesso del Comune, scelta di come utilizzarlo, passaggio definitivo in consiglio comunale per l’acquisizione e destinazione d’uso, sarà finalmente utilizzabile.

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ. Il convegno, con la cerimonia di donazione del terreno confiscato, è il primo di una serie di iniziative previste nell’ambito del protocollo di intesa firmato, ieri mattina, da Tribunale, Procura, consiglio dell’Ordine degli avvocati, Provincia di Chieti, Ufficio scolastico regionale, i Comuni e gli istituti superiori di Lanciano, Atessa, Casoli e Villa Santa Maria. Il documento punta alla promozione e alla realizzazione di iniziative sull’educazione alla legalità, alla democrazia e alla cittadinanza attiva. È il quarto anno che l’iniziativa va avanti con le istituzioni e le scuole unite e convinte dell’importanza della formazione di una coscienza civile tra i giovani, per abituarli a coniugare lo studio con una pratica di comportamenti ispirati al rispetto della vita e delle persone.

«Bisogna educare i giovani al rispetto delle regole», dice la presidente del tribunale di Lanciano, Maria Gilda Brindesi, «ad avere rapporti con le diversità, a rispettare i rapporti umani. I ragazzi devono capire che tutte le voci hanno pari dignità e valore e gli incontri organizzati durante l’anno servono proprio a questo». «Il protocollo è giunto al suo quarto anno», aggiunge il procuratore capo, Francesco Menditto, «perché i ragazzi hanno sete di legalità, vogliono che le istituzioni siano loro vicine e diano risposte alle loro richieste di giustizia. Molti i dubbi, le perplessità che in questi anni abbiamo sciolto». Con incontri volti a dare ai ragazzi anche quel senso civico che possa aiutarli a diventare dei bravi cittadini.

«Ma perché siano bravi cittadini gli studenti devono anche avere dei buoni esempi», rimarca la presidente dell’Ordine degli avvocati, Silvana Vassalli, «nelle istituzioni in primis. L’esempio positivo dà ai ragazzi fiducia, li fa crescere nel rispetto degli altri». Pensiero condiviso anche dalla responsabile dell’ufficio scolastico regionale, Rita Vitucci.

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